Era dal 12 Novembre 2004 che il Colleggio Sindacale della Gea (società di procuratori, liquidata lo scorso 1 Agosto) chiedeva agli amministratori di amministrare in modus operandi più efficiente.

E’ quanto si legge sulle colonne de “La Padania” nel pezzo a firma di Marco Liguori. Nella relazione di bilancio a chiusura dell’esercizio 2005, poi, i Sindaci avevano certificato che l’efficienza di bilancio non era stata raggiunta neppure nell’ultimo esercizio.

I numeri della Gea, però, evidenziano che la società vantava grossi crediti da parte dei propri assistiti. Tale credito a Dicembre 2005 ammontava a 3.86 mln di euro (interamente esigibili nell’esercizio 2006), con una crescita rispetto al 2004 (3.17 mln) nell’ordine del 21.6% e pari a quasi il 50% dei ricavi della società nel 2005 (6,6 mln).

Una crisi finanziaria, questa appena descritta, che se non tamponata con denaro fresco, avrebbe portato all’esigenza del debito bancario al fine di fronteggiare l’attività ordinaria.

Anche la crisi Parmalat, infine, ha avuto la sua rilevanza in questo stato finanziario di Gea. Nella Nota Integrativa, infatti, alla voce “Altre Partecipazioni” corrisponde una somma pari a 6252 euro in warrant Parmalat.

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