Euro 2008

Speciale Euro2008 – Il Business virtuale del calcio europeo

In occasione degli Europei 2008, il Calcio virtuale riconferma la sua forza prorompente.

Le partite diffuse dalle piattaforme televisive di ieri e di oggi, come internet, cellulare e satellite, contribuiscono in modo decisivo al grande business generato dal torneo.

Secondo l’indagine demoscopica "Sponsor Value" di StageUp e Ipsos, i ricavi globali garantiti dalla competizione all’economia europea saranno di 1,4 miliardi di euro.

Gran parte di essi saranno creati dai diritti televisivi e dagli sponsor.

La nostra Nazionale, stima la ricerca, incasserà in caso di vittoria 87,8 milioni di euro, di cui 38,5 milioni da diritti tv. Un dato rende bene la portata dell’affare televisivo.

La Rai ha sottoscritto con l’Uefa un contratto da 120 milioni di euro per acquistare i diritti tv degli Europei 2008. Questa uscita sarà ampiamente compensata dalle entrate.

"Ogni partita nei gironi genererà fino a 42 milioni di euro in media", ha spiegato uno degli autori dello studio, Simon Chadwick, docente di sport business alla Coventry Business School.

Il business delle nazioni partecipanti equivale ai mancati introiti per i Paesi esclusi dalla manifestazione.

Il magazine inglese Daily Star ha valutato che la mancata qualificazione della nazionale britannica comporta una perdita di oltre 2 miliardi per l’economia inglese.

Per rilevare la gravità della perdita, il Giornale apostrofa colui che ritiene il responsabile della eliminazione, l’ex c. t. Steve McClaren. "The wally with the brolly (ovvero, "lo scemo con l’ombrello") c’è costato 1,65 miliardi di sterline ", scrive nell’ultimo numero.

McClaren, da parte sua, si dimostra tutt’altro che "scemo", dato che guadagnerà 5.000 sterline come commentatore delle partite europee per Radio Five Live . Secondo Daily Star , al danno per l’economia del Paese contribuisce molto il settore televisivo.

Itv trasmetterà infatti tutte le partite, ma dovrà rinunciare a 50 milioni di sterline (62,7 milioni euro) che sarebbero stati generati dagli spot pubblicitari in caso di presenza della nazionale locale. Tra le voci in nero, anche l’indotto televisivo. I negozi di elettrodomestici non guadagneranno 200 milioni di sterline (250 milioni di euro), causa mancato acquisto di televisori, DVD e impianti audio-video.

Gli europei di Calcio virtuali saranno in ogni caso un evento democratico. Lo ha deciso l’Uefa adottando una politica di accessibilità massima alla visione delle partite.

Non sono necessarie autorizzazioni per organizzare feste private UEFA EURO 2008TM in cui è prevista la visione delle partite a casa. Sarà invece necessaria la licenza Uefa per manifestazioni a carattere commerciale con la presenza di sponsor. Le richieste di autorizzazione possono essere fatte tramite www. euro2008.com .

"Il Campionato di Calcio Europeo UEFA è diventato molto di più che un torneo di calcio di 31 partite -ha spiegato Martin Kallen, COO di Euro 2008 SA- al giorno d’oggi è un festival al quale partecipano tutti. Vogliamo che l’Europa intera prenda parte al divertimento. Pertanto le regole per ottenere le necessarie autorizzazioni sono state mantenute semplici e trasparenti".

Il grande business del Calcio virtuale è naturalmente alimentato dal tifoso che ama guardare le partite su uno schermo.

Appartiene ad una sottospecie evoluta della razza dei teleutenti, come rileva un’indagine condotta dalla European Interactive Advertising Association (EIAA) per delineare il profilo del "guardone" di sport.

L’appassionato che segue gare e tornei attraverso uno schermo è infatti un motore dell’innovazione perché privilegia la cross medialità, ovvero la visione contemporanea su più media.

Il canale preferito da questo consumatore sono le piattaforme digitali. Rispetto alla media degli utenti normali, i tifosi che usano contemporaneamente televisione e web e quelli che guardano video dal cellulare sono il doppio: rispettivamente 32% contro il 16% e  12% contro 6%.

Lo sportivo usa inoltre molto di più internet. Trascorre online fino a 13 ore a settimana per informarsi sulla propria disciplina preferita. Quasi il 40% di loro accede a contenuti sportivi audiovisivi: tv, film e videoclip. Quest’attività, in particolare, è in crescita costante. Dal 2006 al 2007 è aumentata del 144%. L’anno scorso, 76 milioni di utenti europei hanno visitato ogni mese siti dedicati allo sport.

In poche parole, lo sportivo ha la predisposizione a consumare in modo quasi ossessivo molti più contenuti rispetto ad un utente generico. Un motivo che ben giustifica gli sforzi di coloro che puntano sul Calcio Virtuale come vera risorsa dello Sport più amato nel mondo.

fonte: "9 colonne" 

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Marcel Vulpis

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