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La Dynamo Mosca vola con le sponsorship e i dollari di Fedorychev

Il calcio è la nuova passione dell’oligarchia finanziaria russa. L’ultimo caso è la Dynamo Mosca, glorioso football club, di proprietà, da pochi mesi, di Alexei Fedorychev (numero uno del colosso Fedcominvest).
Nei giorni scorsi la società moscovita ha annunciato, tra l’altro, la firma del nuovo contratto di jersey-sponsorship. Dalla prossima stagione sulla maglia della Dynamo appariranno i loghi della Xerox e di Super Slots (tra i più famosi casinò russi). Un investimento stimato in 2,5 mln di euro (fonte: SMS).

Fino allo scorso 7 ottobre 2004 Fedorychev era un noto finanziere, ma un perfetto sconosciuto nel mondo del calcio russo. E’ il proprietario della Fedcominvest (con il logo Fedcom sponsorizza anche la maglia del Monaco), società multisettore specializzata nella produzione e vendita di materie prime (soprattutto nel settore agricolo). Non legato, quindi, al business del petrolio (segmento dominante nella serie A russa).
Alexei Fedorychev intenderebbe spendere più di 150 milioni di Usd nel rafforzamento della squadra e della struttura societaria. Una sorta di Roman Abramovich, ma a differenza del presidente del Chelsea F.c., ha deciso di investire sul territorio russo, piuttosto che andare all’estero per cercare la notorietà internazionale. Lo dimostra, tra l’altro, il suo precedente progetto sempre in ambito calcistico. Federychev, infatti, era arrivato ad un passo dall’acquisto della Torpedo (uno dei cinque club moscoviti insieme a Dynamo, Cska, Spartak e Lokomotiv). Ma alla fine la trattativa si era arenata di fronte  alle richieste fuori mercato del presidente Aleshin (Torpedo Mosca).

Fedorychev, nato ai sobborghi di Mosca (nel piccolo comune di Krasnogorsk), è considerato in Russia un oligarca buono, proprio perchè non coinvolto, a livello finanziario, nel business del petrolio. Il nuovo re Mida russo vuole, secondo i media internazionali, oscurare in patria l’immagine di Abramovich, reo di aver investito all’estero le proprie fortune.

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Marcel Vulpis

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