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Emiliano ci lasci, ma per il Paradiso. L’unica cosa di cui siamo certi.

Emiliano Morelli, non era solo un caro ragazzo, un giovane professionista pieno di speranze e gioia di vivere, ma, soprattutto, il figlio di un caro amico e collega (Massimiliano), che molto volte ha raccontato, per il nostro portale, storie di calcio di un tempo ormai passato, che non tornerà più.

Quando ho letto il post di Massimiliano, che annunciava, questo pomeriggio, la morte suo figlio, per infarto, per un secondo ho sentito un colpo al cuore. Ho dovuto rileggerlo, con più attenzione, perché ripeto non ci credevo. Poi, nei minuti successivi, l’angoscia è cresciuta, perché solo un padre può comprendere l’amore che si prova per un figlio.

Sono cattolico, credo (anche se non ho una fede ferrea), ma talvolta mi chiedo quale sia il reale disegno di Dio. Come nel caso di Emiliano. Sinceramente non ho una risposta a questa riflessione. E’ tutto così impenetrabile, che cercare un senso è praticamente inutile. L’unica cosa di cui sono certo è che se esiste (e me lo auguro) un Paradiso, lui adesso sarà sicuramente lì. Perché è assurdo che tutto possa finire così, senza un senso o senza un qualcosa di più divino e fantastico, in un’altra dimensione.

A Massimiliano non posso dire nulla (perché contro il fato non c’è difesa), se non provare ad abbracciarlo, domani pomeriggio, nell’ultimo saluto ad Emiliano. Mi stringo (insieme con Massimo Lucchese e al gruppo di collaboratori) a lui, alla moglie Sonia e al figliolo Leonardo. 

Marcel

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Marcel Vulpis

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