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Calcio – L’intervento di Vulpis (Sporteconomy.it) su Il Romanista

articolo di Daniele Galli de “Il Romanista” – venerdì 29 giugno pag.7 – (all’interno intervista a Marcel Vulpis – direttore di Sporteconomy.it)
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La Roma andrà avanti con Kappa, ma Legea non si arrende. La questione dello sponsor tecnico continua a tenere banco. Ieri non c’è stata nessuna retromarcia da parte della società giallorossa. Sarà l’azienda di Torino a vestire la squadra di Spalletti nei prossimi tre anni. La trattativa con Legea non riprenderà più. Almeno, così stanno le cose dal punto di vista del club. Che ieri ha smentito l’esistenza di accordi con chicchessia: «L’A.S. Roma, ad oggi, non ha sottoscritto alcun contratto, nè ha raggiunto alcuna intesa relativa alla propria sponsorizzazione tecnica, essendo ancora in corso le trattative volte al raggiungimento di un possibile accordo con i principali operatori di mercato. Pertanto, le notizie diffuse relativamente all’avvenuta conclusione di contratti o intese al riguardo sono da ritenersi destituite di ogni fondamento». Dicevamo, però, che Legea non molla. A Pompei sono convinti che, alla fine della vicenda, saranno loro i partner della Roma. La loro offerta, 13 milioni in due anni, è di gran lunga superiore ai 4 cash (6 con il giro di affari previsto) offerti da Kappa. Tanto più che proprio la Roma avrebbe assicurato a Legea di non avere ancora scelto il proprio sponsor tecnico. E di stare valutando, oltre a quella di Kappa, anche una proposta della Lotto. In realtà, la decisione di affidarsi al gruppo torinese è irrevocabile.
CONTRATTO Nella mattinata di ieri Legea avrebbe inviato un telegramma a Villa Pacelli, firmato dalla famiglia Acanfora, i “signori Legea”. Con un invito semplice, già ribadito a Il Romanista: «Siamo pronti a ridiscutere tutta l’intesa». Un contratto che sarebbe stato sottoscritto (il condizionale continua ad essere d’obbligo) da Roma e Legea il giorno dopo Manchester-Roma, quarti di Champions. Dunque, l’11 aprile. Per la Roma questa intesa non esisterebbe. Semmai, ci sarebbe stato – così sostengono a Trigoria – uno scambio di draft. Ovvero, di bozze di contratto. Nient’altro. Nemmeno una lettera di intenti. Non solo. La Roma – a differenza di quanto sostiene il gruppo campano – non avrebbe mai visto nè la maglia nè la collezione preparata da Legea. La loro visione era prevista solo una volta che si fosse arrivati alla conclusione della trattativa. A quanto sembra, invece, una responsabile del marketing giallorosso le avrebbe viste venerdì scorso, negli stabilimenti di Pompei.
MERCHANDISING Secondo la Roma, Legea si sarebbe offerta di assumere la gestione del merchandising attraverso i suoi oltre mille punti vendita italiani e settemila europei. Ma alla Roma questa soluzione non poteva andare bene, perché avrebbe danneggiato i Roma Store. E tra questi ce ne sono due, quello di Piazza Colonna e quello su Via Appia, che sono un patrimonio della As Roma. Legea avrebbe allora proposto a Villa Pacelli un’altra soluzione: l’azienda di Pompei avrebbe venduto il materiale tecnico giallorosso ovunque, tranne che nella Capitale. Dove i Roma Store avrebbero continuato ad avere la gestione in esclusiva del merchandising.
TEMPI RISTRETTI A parte l’intesa, che per Legea – lo ribadiamo – ci sarebbe, a Pompei sono convinti di potersi assicurare la partnership con la Roma anche per un altro motivo. Secondo l’azienda di abbigliamento, mancherebbero i tempi tecnici per la produzione del materiale. La tesi sostenuta è che Kappa non sarebbe in grado di offrire alla Roma le divise in tempo per l’inizio della stagione. Meno che mai per la presentazione, che dovrebbe avvenire il 27 luglio. Quando la società festeggerà i suoi 80 anni all’Olimpico. Ma è davvero così? Per Marcel Vulpis, docente di “Management dello sport” alla Bicocca di Milano e direttore dell’agenzia giornalistica “Sporteconomy”, no: «Kappa è l’unica marca al mondo in grado di entrare su una sponsorizzazione a “partita in corso”». Secondo Vulpis, che in materia è considerato una specie di “guru”, non ci sarebbe potuta essere un’altra azienda di abbigliamento in grado di fare fronte, entro pochissimo tempo, all’esigenza della Roma di produrre materiale tecnico: «Ha una task force straordinaria. È già successo in passato con il Brescia, dove c’erano stati problemi con la filiale italiana del partner inglese e con la Sampdoria, dove subentrò al posto di Asics (con cui ci fu una separazione consensuale). Ancora meglio Kappa fece con il Napoli. Tre anni fa, a dieci giorni dall’inizio del campionato di C1, mancava ancora uno sponsor tecnico. Ma Kappa riuscì lo stesso, in brevissimo tempo, a produrre una linea di abbigliamento sportivo». ?

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