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Tokyo 2021: l’analisi pre/post legacy delle Sports Venues

(di Marco Mazzi)* – Nel 1964Tokyo è stata la prima metropoli ad aver ospitato, nel continente asiatico, i giochi olimpici. Uno dei principali motivi è stata la voglia di dimostrare la grande capacità creativa e gestionale in chiave di rinascita economica (post conflitto bellico: la II guerra mondiale).
Le Olimpiadi del 2021 (23 luglio-8 agosto) saranno anche queste per il Giappone la “vetrina” dell’orgoglio di una nazione che ha sempre saputo gestire in maniera intelligente, innovativa e bilanciata senza rischi le sfide. Valori intangibili che creano delle post legacy a tal punto da posizionare ogni nazione nel miglior ranking della “Brand Awareness”.
Esempio rassicurante è anche la situazione COVID-19 tenuta assolutamente sotto controllo. Attraverso l’ultimo report approvato dal ministero della Salute, pubblicato, il 19 novembre scorso, su Tokyo Keizai Online Editor,  dall’inizio della pandemia, in tutto il Giappone, la media dei casi positivi giornalieri non ha mai superato il tetto delle 2.179 persone, mentre dal 18 novembre la media dei casi positivi sull’intero territorio nazionale è stato pari 855 persone (su base giornaliera), con una media di casi critici di 4 persone in terapie intensiva (oltre a ciò si registrano 5 decessi ogni milione di abitanti – è il dato più basso tra le nazioni top su scala internazionale – come riportato ieri dalla trasmissione “Piazza Pulita” su La7 condotta dal giornalista Corrado Formigli).
I suddetti dati potrebbero farci  già capire che, ad oggi, il Giappone  è una delle nazioni che, dalle ultime valutazioni, sembra essere pronta a gestire il post Covid nel mondo  dell’industria sportiva sia nella sicurezza che nella proposizione di emozioni quali  i migliori showcase innovativi di gestione eventi dove tecnologia, sostenibilità ambientale saranno tra i maggior asset di successo.
Un esempio è la costruzione del Villaggio Olimpico in un’isola artificiale supportata da energia ad idrogeno con i sistemi di transportation alimentati da pile a combustibile.
La maggioranza delle sport venues previste dagli organizzatori saranno alimentate da fonti autoenergetiche. Un evento olimpico quindi con una grande attenzione ai tempi ambientali e del cambio climatico. 
Otto venues sono completamente “nuove“, mentre le restanti strutture rappresentano le post legacy degli eventi passati, tra cui proprio l’Olimpiade di Tokyo 1964, oltre ad una serie di strutture smontabili. Il costo delle Sport Facilities permanenti è al momento di 346 miliardi di Yen, accompagnate dai supporti di strutte temporali pari a 316 miliardi di Yen. Le spese collegate alle infrastrutture energetiche sono stimate 52 miliardi d Yen (fonte: Tokyo Organising Committee of the Olympic and Paralympic).
Tra le post legacy abbiamo due ottimi esempi:
A) Il Tokyo New Olympic National Stadium costruito nel 1964,  totalmente ristrutturato in 3 anni da Kengo Kuma,  famoso per la “sua” filosofia di rispetto ambientale, che gli ha permesso di progettare lo stadio in esame puntando esclusivamente su materiali naturali (legno e lattice).  Costato circa 1,25 miliardi di dollari (fonte: Statista), con 68mila posti a  sedere, (tutti dotati di un efficiente vista sul campo, per poter assistere, nel miglior modo, agli eventi di cerimonie di apertura, chiusura, atletica leggera e calcio). Merita poi una particolare attenzione lo stadio di arti marziali “Nippon Budokan”, una vera a propria casa spirituale, che, oltre ad essere una venue sportiva, è anche un monumento della storia nipponica. Costruito con un design  ispirato dal monte Fuji ed al tempio buddista di Horyuji, presenta una capienza di 14mila posti, tutti quanti ben distribuiti per un’ottima visualizzazione.
B) Sulle nuove costruzioni, da prendere come “modello”, vi è sicuramente l’Aquatic Center di Tokyo, venue dedicata al nuoto con circa 15mila posti, che verranno ridotti a 5mila alla fine dei Giochi. Sarà anche questo un elemento di post legacy che il Giappone potrà e dovrà dimostrare, nel tempo, con una media attesa di circa 1 milione di visitatori su base annua (una volta che si saranno spenti i riflettori dei media sull’evento a 5 cerchi).

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