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Sport&Affari – L’A.s. Roma trova un accordo con Unicredit. Cessione del club entro il 2010.

L’accordo di massima fra i Sensi eUnicredit per il ripianamento del debito di ItalPetroli, ci sarebbe. La famiglia proprietaria dell’AS Roma avrà tempo fino alla fine del 2010 per versare nelle casse della banca creditrice circa 250 milioni di euro dei 340 che deve all’istituto di Alessandro Profumo. Per racimolare questa cifra, il gruppo che gestisce attività petrolifere, gode di patrimoni immobiliari e che attraversoRoma 2000 controlla il club giallorosso quotato in Borsa, dovrà rinunciare ad alcuni beni tra i quali – questa sarebbe la novità messa nero su bianco – il controllo della squadra.

ItalPetroli in un comunicato ribadisce che "sarà esclusiva facoltà del gruppo, azionista di maggioranza della AS Roma, stabilire se far rientrare o meno il pacchetto azionario di controllo del club giallorosso tra i beni da utilizzare per ripianare l’indebitamento". Un atto dovuto, sia nei confronti della reale volontà dei Sensi di restare ancora a lungo al timone della Roma, sia verso la Consob che deve vigilare su eventuali speculazioni. La banca creditrice, tuttavia, in questo modo rientrerebbe del debito dimostrando di non esercitare sui Sensi alcuna pressione vessatoria che potrebbe "svalutare" la cessione del club; al tempo stesso per la famiglia Sensi, dopo la delusione dell’ambiente per la fuga dei dollari americani diSoros, arriverebbe la boccata d’ossigeno necessaria a progettare la nuova stagione dando seguito ad un mercato che come primo colpo ha registrato l’arrivo dal Liverpool, di John Arne Riise.

Unicredit, inoltre, avrebbe intenzione di non esercitare l’opzione call, il diritto cioè ad acquistare il 2% del capitale azionario di Italpetroli che automaticamente trasformerebbe la banca nell’azionista di maggioranza del gruppo dei Sensi. La trattativa, pur allo studio dei legali delle parti, sarebbe in dirittura d’arrivo e non può comunque essere troppo posticipata: l’accordo va consegnato a Pricewaterhouse – revisori di ItalPetroli – che a sua volta deve accertare la continuità aziendale del gruppo presupposto alla certificazione del bilancio che ci sarà il 30 giugno, cioè fra dieci giorni.

La nuova intesa fra i Sensi e le banche, dopo il parziale fallimento del piano di ristrutturazione del debito dell’aprile 2004, avviata dopo che era sfumato l’interesse di Soros, prevede che oltre a cedere beni tra cui la Roma calcio, la parte residua del debito (130 milioni, di cui 115 solo verso Unicredit) verrebbe allungata a 15 e a 30 anni ma non, ovviamente, a costo zero. Il gruppo dovrà versare il 6% di interessi l’anno da pagare prima del capitale

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Marcel Vulpis

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