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Nada Vallone si candida a presidente della FIPT

Il prossimo 11 febbraio si terranno a Sommacampagna (provincia di Verona) le elezioni della Federtamburello (FIPT), dove parteciperanno all’assemblea elettiva 170 società (di cui ben 120 sono localizzate nel Nord Italia). Delle elezioni per certi versi storiche, perché, dopo 39 anni (dal 1977), il numero uno Emilio Crosato lascia. Si affronteranno per il massimo ruolo federale due dirigenti, ma la novità assoluta è quella di Nada Vallone, già segretario generale, che vuole diventare la seconda donna presidente di una DSA, dopo la vittoria di una sua “collega” nella Federtwirling (Stefania Lenzini). A contrastare (democraticamente) i sogni di Vallone ci sarà il dirigente bresciano Edoardo Facchetti (tecnico di società di serie A). 

Riprendiamo alcune Q&A cui si è sottoposta recentemente Nadia Vallone in una intervista sul presente/futuro di questa Disciplina Sportiva Associata.

Prima, però, abbiamo voluto dalla giovane dirigente (romana/classe 1971) un suo “incipit” su quella che sarà la sua idea di federazione in caso di elezione. Questo il suo commento.

E a Nada Vallone, come direttore dell’agenzia, diamo il nostro in bocca al lupo per le elezioni dell’11 febbraio perché crediamo che l’elezione di una donna “capace” (perché siamo assolutamente per la parità uomo-donna anche a parti invertite) possa essere un valore aggiunto per quel cambiamento e refresh di tutte le strutture collegate al CONI. 

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L’orgoglio di essere Federazione all’interno del Comitato Olimpico Nazionale Italiano; il rispetto delle Istituzioni e dei ruoli; la separazione dei poteri; dare la possibilità alle società di scegliere ed evitare spaccature o lotte intestine; non avere interessi “di campo”, ma voler accompagnare – mossa dalla passione di sempre per lo Sport e per questo Sport – la Federtamburello in un delicato quadriennio volto ad un cambiamento interno, dopo una lunga presidenza quarantennale, ed esterno, proteso verso una sempre più possibile quanto necessaria riforma dell’organizzazione dello Sport Italiano: un momento cruciale.
Garantisco una Presidenza “politicamente tecnica”, al di sopra delle parti.
Ecco perché mi candido.“.

1. Nel caso diventasse presidente della federazione, quali sarebbero le priorità dove si deve intervenire subito?

Per organizzare la Federazione è necessario individuare prima di tutto le priorità nel breve, medio e lungo termine, partendo dalla struttura e definendo le aree tematiche da approfondire. Andando sul concreto:
– Completare la composizione del Consiglio Federale con la nomina del Segretario Generale;
– Assegnare ai Consiglieri eletti deleghe sulle Commissioni, (CTF, CAG, CTA, Studi), come previsto dallo Statuto, e nominare i componenti delle stesse, dando più ampio respiro possibile anche alla rappresentatività territoriale (si lavora per la Federazione, non si rappresenta solo se stessi, ma anche un importante “collegamento” tra gli organi, gli organismi centrali, il territorio e le società).
– Nominare i Tecnici delle Nazionali open, indoor e giovanili;
– Individuare gruppi di lavoro per le diverse le problematiche: da quelle tecniche legate al gioco a quelle della formazione (dirigenti, tecnici, arbitri, docenti scolastici) alla periodizzazione degli allenamenti delle Nazionali.
– Organizzare le risorse umane.
– Organizzare gli uffici.
È evidente che anche la Federazione Tamburello deve tutto al volontariato che caratterizza il mondo delle associazioni sportive, sul quale sarà necessario poter contare per poter ripartire.
Nel medio termine convocare una assemblea straordinaria per le modifiche statutarie e del regolamento organico. Far crescere la base associativa e rinforzare il Territorio.
Obiettivo per la fine del quadriennio: una Federazione più solida.
2. Si chiude un quadriennio olimpico? Se dovesse fare un bilanco come lo definirebbe e perchè?

Dal punto di vista sportivo eccezionale. Il Tamburello italiano ha vinto di tutto e di più: siamo Campioni europei open e indoor, anche giovanili indoor, siamo Campioni Mondiali, sia open che indoor. Certo.. vedrei bene una sorta di “Casa Italia”, ma bisognerà fare i conti con il bilancio.
Per quanto riguarda l’aspetto economico-finanziario infatti si era partiti nel 2013 con grandi difficoltà che sono comunque state superate.
Iniziative come quella della lotteria le vedrei bene se le risorse, i “premi”, fossero riversati nel nostro stesso mondo: ad esempio: 1 premio 20 pernottamenti per una settimana in strutture convenzionate dove poter organizzare campus giovanili, kit sportivi, buoni benzina, forniture di tamburelli etc…

3. Si è detto più volte che bisogna andare nelle scuole e far conoscere il tamburello nelle sue varie specialità? Come si muoverà per affrontare al meglio questa problematica?

Sarebbe bello avere il “piano perfetto” per agire dappertutto nello stesso modo: di fatto ogni territorio ha le sue peculiarità e risponde quindi in modo differente. L’ideale sarebbe lavorare in sinergia:
– Recuperando dal Territorio una mappatura e conoscenza delle modalità degli interventi realizzati finora nelle scuole;
– riprendendo i contatti diretti con il Miur e il Coni, l’ISF (International Sportschool Federation) e non da ultimi con gli Enti Promozione sportiva.
È importante darsi degli obiettivi e condividerli non solo in Consiglio e con le Commissioni ma anche con il Territorio e le Società: da qui ad un paio di anni dovremo essere in condizione di essere presenti almeno in tutti i capoluoghi di Regione.

4. Il tamburello sui quotidiani non ha certo grande visibilità.
La federazione in passato aveva un suo addetto stampa, questa figura adesso non c’è più? Se sarà eletto/a come sarà l’ufficio stampa della federazione?

Posso assicurare che altre Federazioni, DSA come la nostra, ci “invidiano” (bonariamente, s’intende!) proprio la visibilità sulla carta stampata, portandoci come esempio.  In realtà ci sono persone che già si adoperano per fare questo, che agiscono spontaneamente e separatamente, per proprio conto. Sarebbe bello poter valorizzare il loro impegno per un sempre più organico servizio di Comunicazione della Federazione (mi riferisco sia ad articoli che a filmati ed immagini).
Non dimentichiamoci poi che attraverso le università e i corsi della Scuola dello Sport Nazionale del CONI di Management dello sport e di comunicazione, potremmo anche offrire la possibilità a degli stagisti di fare esperienza, rilasciando loro crediti formativi. Figure come quelle del “Social Media Manager” sono oggi fondamentali per stare al passo con i tempi: la comunicazione viaggia anche – e tanto – sul web e noi dobbiamo navigare cavalcando l’onda, sempre!

5. Se sarà eletta, quale sarà la tua squadra (consiglio federale e tutte le varie commissioni, giovnanile, tecnica, arbitrale)?

Non conto su una “mia squadra”, ma su una collegiale partecipazione alla vita della Federazione.
Le elezioni, il voto, non devono essere merce di scambio per occupare posti o ricevere incarichi: la nuova Federazione raccoglierà disponibilità partendo dalla volontà di partecipare e sarà questa la sua ricchezza.
In base alle relazioni programmatiche verrà assegnato alle Commissioni un budget che utilizzeranno autonomamente, di cui risponderanno e che documenteranno periodicamente. Non dimentichiamoci poi, ed è per questo che per gestire una Federazione ritengo ci sia bisogno di pensare ampliando l’ottica a 360 gradi… che il Coni, la nostra istituzione sportiva di riferimento , sta cambiando, il mondo dello Sport Italiano, con il recente Ministero dello Sport, sta cambiando: la politica si fa a Roma ed è indispensabile esserci, sempre, tutti i giorni. Mi sono permessa una declinazione al femminile delle domande. Non perché “donna” e basta, ma una Federazione con una Presidenza al femminile rappresenterebbe un valore aggiunto, tanto nel panorama sportivo nazionale che europeo, e accrescerebbe il valore di un cambiamento, anche culturale.

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