All newsAltri eventiCalcioCalcioCalcio.InternazionaleEconomia E PoliticaFederazioni ItalianeFIFA - UEFASponsorshipSport BusinessSport Federazioni

Eliminazione Italia, fallimento sportivo oltre che salasso economico

Contattato dall’agenzia Dire, Marcel Vulpis, direttore di Sporteconomy.it e analista di temi economici del Corriere dello Sport, ha provato a delineare i contorni del flop azzurro dopo la clamorosa eliminazione dalle qualificazioni ai Mondiali del 2018 in Russia.

“…Sempre in materia di abbigliamento sportivo, la situazione di dubbio ha costretto “i grandi centri a stare con il freno tirato fino all’ultimo, aspettando di toglierlo con il passaggio del turno della Nazionale”.
Fosse passata, sarebbe stato un altro film. E poi i diritti tv: “Perderanno il 50% di un valore da definire. La Fifa era già preoccupata, perché consapevole che 1 minuto dopo il controvalore va giù”.
La perdita certa, con la mancata qualificazione, in questo caso, per il direttore di Sporteconomy.it, “è una perdita di 8,2 milioni di euro, di cui 1,3 di costi logistici”. Bisogna infatti considerare, per quanto riguarda la redistribuzione tra i 32 paesi iscritti alla fase a gironi della torta dei diritti tv, “un globale di 345 milioni di euro tra le 32 partecipanti, da un minimo di 8,2 milioni ad un massimo di 32,7”.
Tornando alla gestione del marchio Figc, considerando l’assenza ai Mondiali, Infront (attuale advisor marketing e commerciale della Federcalcio), se riconfermato dopo la scadenza del 2018, o chiunque sarà, si troverà a far fronte ad una “decurtazione del 15% su tutti i contratti commerciali. L’Italia è tra le prime tre nazionali, nel nostro paese 2 tv su 3 vedono la partita, abbiamo avuto anche nei tempi passati il 66% di copertura di audience”, livelli record pensando ai contratti commerciali.
Altra storia rispetto al 1958, anno dell’ultima mancata qualificazione ai Mondiali in Svezia (sempre loro sulla nostra strada…). Altro calcio, altri interessi, quasi un altro mondo: “Quell’ultima volta- ha ricordato Vulpis- c’era la tv in bianco e nero, lo sponsor tecnico neanche c’era sulle maglie”.
Questa “è una perdita secca spaventosa, l’Italia nei pacchetti Rai o Sky attrae tante aziende che però ora non vorranno investire nella Nazionale. L’audience della partita di andata con la Svezia è stato di 11 milioni di spettatori, mentre Italia-Argentina di Italia 90 è stata la più vista con oltre 27 milioni. Questa è la forchetta potenziale. Ora per i diritti tv del Mondiale staremo sotto i 10 milioni, potremmo forse avere un’impennata per la semifinale o per la finale. Magari un Germania-Brasile lo vedi pure”.

Questa eliminazione può essere quindi considerata come “un anno zero di un disastro. La Figc è una macchina da guerra che fattura 148-153 milioni di euro. Parliamo di una perdita secca su un fatturato medio di un 20-25%”.
La mancata qualificazione a questi Mondiali inevitabilmente avrà delle ripercussioni importanti su tutto il movimento: “Capisco la posizione di Tavecchio, legata alla rappresentatività. È stato eletto con il 53% dei voti, ha la maggioranza del movimento, dei dirigenti”. Ma “il calcio è una azienda, bisogna valutare i risultati economico sportivi, davanti ad un crac del genere, le scelte negative che portano all’uscita di Ventura. Però poi non ci può non essere una valutazione manageriale, di fatto viene a diminuire il valore del brand Italia ed è nella gestione di Tavecchio. Se salta Ventura, dovrebbe avere avere intelligenza e rispetto arrivando serenamente a fare delle scelte (le dimissioni) di conseguenza”. (2a ed ultima parte)

Per leggere la prima parte del servizio dell’agenzia Dire leggi qui.

Previous post

Eliminazione Italia, tracollo non solo sportivo

Next post

Ubi Banca e ICS al fianco dell'Atalanta per il nuovo progetto dello stadio

Marcel Vulpis

Marcel Vulpis

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *