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Diritti tv – Il futuro dei diritti tv tricolori all’estero (2)

Ieri a mezzogiorno la scadenza del bando di vendita dei diritti tv internazionali di Serie A e B per il biennio 2010-2012, presentato dalla Lega Calcio lo scorso 11 ottobre a Montecarlo. La cornice è stata quella della convention "Sportel", vera e propria fiera dello sport per tv e nuovi media, svoltasi al Grimaldi Forum alla presenza di ospiti illustri: oltre al neopresidente di Lega Maurizio Beretta, a fare da testimonial al calcio italiano che si propone all’estero, numerosi protagonisti della serie A da Ronaldinho a Trezeguet; tra i volti noti del calcio "non giocato", Adriano Galliani, Jean Claude Blanc e il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Il pacchetto con cui la Lega, affiancata da Infront (una società leader nel marketing sportivo) tenta di aggredire il mercato internazionale, racchiude le 380 partite di Serie A, le 462 di B (playoff e playout compresi) la trasmissione del magazine tv settimanale sulla A, nonché le interviste e le immagini di contorno più salienti prodotte dalla Lega stessa per ogni incontro. L’obbiettivo principale di questo spiegamento di forze è, da qualche anno a questa parte, soprattutto il mercato orientale. Un target potenziale di ben tre miliardi di telespettatori: la sfida è quella di strappare la leadership alla Premier League inglese. Senza entrare nel merito delle differenze di gioco, il campionato italiano ha, sulla carta, tutti i numeri per proporre un’offerta allettante: del resto, come ha fatto notare l’ad del Milan Galliani, è la competizione in cui, attualmente, giocano più campioni del mondo, tra calciatori italiani, francesi e brasiliani. E ha tutta l’aria della trovata "ad hoc" per i telespettatori del Sol Levante anche la partita delle 12.30 della domenica: una novità in vigore dal prossimo anno, certamente un match di rilievo, collocandosi in quella che per il fuso orario asiatico è una "prima serata", dunque cruciale. Le cifre dell’operazione? Nessuno si sbilancia, ma ci si augura che il vincitore della gara offra almeno 100 milioni a stagione, una cifra che garantirebbero un incremento del 30 percento circa ai bilanci del nostro calcio. Un calcio che dipende troppo dai diritti tv (come copertura mediatica è secondo in Europa solo alla Premier League) e ancora troppo poco dagli incassi dei botteghini degli stadi e dalla vendita del merchandising ufficiale delle squadre, introito che in Inghilterra è invece decisamente consolidato. Il pacchetto, rivolto non solo all’Estremo Oriente ma anche a Stati Uniti e Paesi arabi, è stato pensato per un unico operatore acquirente, che eventualmente si occuperà poi di suddividere l’offerta per diversi mercati. "Una centralizzazione che produrrà ottimi risultati per la Serie A" – prevede il presidente di Infront Italy Marco Bogarelli, intervistato dall’ANSA – "non escludiamo ulteriori segmentazioni, in base ai risultati raggiunti dopo le prime due stagioni."

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Marcel Vulpis

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