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Tessile e automotive tricolori a sostegno della lotta al virus Covid-19

Come in tempi di guerra le industrie italiane si stanno riconvertendo per supportare la protezione civile e il servizio sanitario nazionale in questo difficile ed estenuante lockdown. L’Italia si è trasformata in una maxi “zona rossa” e solo con la cosiddetta “Fase 2” si potrà attuare un graduale allentamento delle misure restrittive.

Nel frattempo tessileautomotive sono scesi in campo per produrre e fornire materiali agli operatori (medici, infermieri e volontari) chiamati in “prima linea” nella lotta al virus.

E’ una vera e propria corsa contro il tempo. Si punta a produrre camici, mascherine, ventilatori polmonari (destinati alle terapie intensive) e tutto quanto può essere utile in questo primo periodo di emergenza, visto che il nostro paese non era assolutamente pronto per un’epidemia di questa portata.

Tra i primi ad intervenire è stato il gruppo Armani (sponsor nel basket e del team olimpico azzurro), che ha convertito i suoi stabilimenti (sul territorio nazionale) per fornire camici monouso alle strutture ospedaliere.

Macron, azienda emiliana sponsor di diversi club di calcio (in Italia e all’estero), ha lanciato il progetto speciale “stopcovid-19/macron#noicisiamo”. Da diverse settimane sta lavorando con un pool di fabbriche (specializzate in dispositivi di protezione individuali) localizzate in Asia per importare, in tempi record, non meno di 10mila mascherine chirurgiche (oltre a camici e tute protettive) a settimana.

Lardini, azienda marchigiana, sponsor della Lega B da un paio di stagioni (fornisce le divise formali per lo staff della “cadetteria”), ha regalato 60mila mascherine ed è pronta a potenziare questa specifica produzione destinata solo al fabbisogno delle Marche.

Ancora più imponente è l’impegno di alcuni marchi storici dell’automotive. Lamborghini (gruppo Audi) ha riconvertito il reparto dedicato agli interni nella produzione di 1.000 mascherine al giorno, mentre 200 visiere protettive (sempre su base giornaliera) verranno fornite dai reparti di Ricerca e Sviluppo e dallo stabilimento di produzione compositi.

FCA ChryslerFerrari Magneti Marelli (tutti brand del portfolio  della holding Exor) infine sono impegnate nel supporto alla produzione di componentistica e assemblaggio respiratori (le cosiddette “macchine salvavita”). Sempre Exor si è messa a disposizione del governo per aiutare la bolognese Siare Engineering, tra i leader mondiali nel settore dei ventilatori. La produzione di questa realtà italiana, per il momento, non supera le 125 macchine a settimana (a fronte di una forza lavoro di 35 dipendenti). Ecco perché l’Esercito e la casa di Maranello sono scesi in campo per aumentarne la capacità produttiva. Sempre per questa ragione si è pensato di riaprire la fabbrica Ferrari di Maranello, localizzata, tra l’altro, a meno di 30 chilometri dalla stessa Siare Engineering.

Più in generale molti costruttori sono a lavoro per riconvertire i propri impianti. Il tutto è finalizzato alla realizzazione di dispositivi e strumenti sanitari adatti a combattere l’emergenza. A conferma dell’importanza di questo comparto, nella lotta al Covid-19, c’è il caso inglese, dove alcuni marchi di profilo internazionale come Ford, Honda, Jaguar Land Rover e Rolls Royce si sono messi a disposizione delle istituzioni per convertire, nel minor tempo possibile, tutti gli stabilimenti produttivi presenti nel Regno Unito. Una sfida globale per contrastare un virus sconosciuto che ha messo in ginocchio la stragrande maggioranza dei settori produttivi dell’economia mondiale.

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