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Tennis – Sinner-Alcaraz: lo Slam degli sponsor è dello spagnolo.

(di Davide Pollastri) – Il tennis è sempre stato alimentato da intense rivalità, da Borg–McEnroe a Lendl–Becker, da Sampras–Agassi al pool allargato Federer–Nadal–Djokovic. Oggi questa tradizione coinvolge Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Dopo essersi spartiti gli ultimi sette tornei del Grande Slam (l’ultimo major a non essere finito nelle mani di uno dei due è lo US Open 2023, vinto da Nole Djokovic), l’altoatesino, neo campione di Wimbledon, e lo spagnolo, vincitore degli ultimi due Roland Garros, sono pronti a egemonizzare il prossimo decennio, sia dentro che fuori dal campo. Sì, perché il confronto tra i due non si limita alla contesa sportiva ma sconfina nel mondo delle partnership commerciali, dove — al momento — è Alcaraz a condurre con 32 milioni di euro annui da sponsorizzazioni contro i 30 di Sinner.

C’è quindi un duopolio che anima il tennis di oggi, dove l’elegante Sinner e l’esplosivo Alcaraz dominano la scena come soli pochi altri campioni hanno saputo fare nella storia di questo sport.Negli ultimi 18 mesi, gli Slam che non ha vinto Sinner sono stati vinti da Alcaraz, e quelli che non ha vinto Alcaraz, li ha vinti Sinner. Insomma, se non è Sinner, è Alcaraz, e se non è Alcaraz, è Sinner.Ma il duello tra i due non è solamente sportivo, poiché una sfida altrettanto significativa si gioca fuori dal campo (e non vale meno di uno Slam).

Sinner e Alcaraz sono oggi tra i volti più ambiti dal mercato globale delle sponsorizzazioni.

Secondo le stime fornite a La Gazzetta dello Sport da ChainOn (digital marketplace delle sponsorizzazioni), i ricavi da partnership commerciali fisse ammontano a 32 milioni di euro l’anno per lo spagnolo e a 30 per l’italiano (esclusi bonus e royalties).

Un distacco minimo, destinato a ridursi.

Alcaraz è in leggero vantaggio, ma il divario è in parte riconducibile alla tempistica: ha rinegoziato il contratto con Nike nel 2024, per 18 milioni a stagione, dopo aver conquistato i primi Slam e raggiunto la vetta del ranking ATP. Sinner, invece, lo aveva fatto, per 15 milioni l’anno, nel 2022, quando ancora occupava la dodicesima posizione. Da allora, però, la visibilità dell’azzurro è cresciuta in modo esponenziale.

Sponsor condivisi.

Come detto, entrambi sono legati da contratti decennali con Nike, che li aveva individuati come talenti di punta già nel 2019. Il secondo sponsor condiviso è Rolex (al termine di ogni partita, entrambi indossano regolarmente l’orologio davanti a telecamere e fotografi).

Le analogie, per ora, si fermano qui.

Per quanto riguarda le racchette, lo spagnolo ha scelto Babolat (contratto fino al 2030), l’italiano Head (fino al 2031). Entrambi hanno inoltre stretto partnership con case di moda, aziende cosmetiche e istituti bancari: Gucci per Sinner e Louis Vuitton per Alcaraz; La Roche-Posay per l’altoatesino e Isdin per il murciano; Intesa Sanpaolo per Sinner e Itaú per Alcaraz.

Inoltre, Alcaraz ha accordi attivi con BMW, El Pozo, Danone e una licenza con Fanatics; Sinner con Lavazza, Fastweb, De Cecco ed Enervit (a cui si affiancano le licenze concesse a Panini e Pigna, la nomina a “Friend of F1” e la promozione del proprio brand personale). Secondo ChainOn, le sponsorizzazioni tecniche — ovvero abbigliamento e racchette — rappresentano il 53% dei ricavi per Sinner (16 milioni) e il 59% per Alcaraz (19 milioni).

Secondo Giovanni Palazzi (CEO di ChainOn, citato da La Gazzetta dello Sport), il valore commerciale di entrambi è ancora lontano dal potenziale massimo:

«Il fatto che i partner commerciali siano ancora minoranza nel loro fatturato dimostra quanto margine ci sia da sviluppare. Serve valorizzare l’immagine globale dentro e fuori dal campo, unire il ruolo di social influencer a quello di testimonial e puntare su modelli di partnership basati su commissioni sulle vendite, come avvenne per Michael Jordan con le Air Jordan».

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Redazione

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