Olimpiadi

Sport&Tecnologia – Giochi guidati dalla tecnologia

Un tempo per vincere una medaglia olimpica erano sufficienti sacrificio e tecnica, oggi chi dispone di tecnologie di ultima generazione, quale che sia la disciplina sportiva, è un passo avanti rispetto alla concorrenza.
Pechino 2008, XXIX edizione dei Giochi estivi, è l’ultima frontiera per le aziende che foniscono prodotti e servizi hi-tech a chi pratica sport agonistico, con ambizioni a cinque cerchi.
Gli atleti che gareggeranno alle Olimpiadi sono più vicini all’immagine dei super-uomini che a quella stereotipata del campione decoubertiano dei primi del Novecento.
Ce n’è per tutti i gusti e discipline. Dalle scarpe con suola in riso destinate i maratoneti, alla giacca termica per ridurre l’impatto del caldo, a fibre rivoluzionarie per le borracce di chi marcia, al reggiseno anti-shock delle pallavoliste, fino ai costumi per il nuoto che avvicinano l’atleta all’immagine di uno squalo.
Molte di queste realtà, inoltre, hanno investito cifre a nove zeri in ricerca e sviluppo, perché hanno scommesso sui ritorni pubblicitari collegati alle vittorie olimpiche. Il prodotto, quindi, funziona come media e acceleratore di notorietà, perché durante i quindici giorni di gare gli occhi del mondo saranno concentrati su tutto ciò che accadrà a Pechino. Far vincere l’atleta produrrà inevitabulmente un effetto pubblicitario a catena.
La rassegna cinese si sta trasformando, tra l’altro, in un laboratorio a cielo aperto, con 11.446 atleti potenzialmente a disposizione delle aziende per testare nuovi prodotti, che, prima o poi, troveremo commercializzati anche per chi fa sport amatoriale.
Nuotatori come “squali” per Speedo
Può un costume far conquistare una medaglia ai Giochi? Ne sono convinti i più noti nuotatori a livello mondiale. A leggere le specifiche tecniche di Lzr racer Speedo (pannelli in poliuretano, core stabilizer, sistema a compressione muscolare) si intuisce perché è il prodotto più veloce al mondo (solo nel 2008 ha fatto conquistare 48 diversi primati).
Una volta in azione permette di tagliare l’acqua come un raggio laser, diminuendo del 24% l’attrito del corpo. Un lavoro d’equipe, testato da ben 400 nuotatori, svolto in collaborazione con il centro di ricerca Langley della Nasa, con l’Australian institute of sport (Ais) di Sydney ed i laboratori di Otago University in Nuova Zelanda. Inoltre, i progettisti di Speedo si sono avvalsi del software Ansys Cfd (Computational fluid dynamics), utilizzato anche in F.1 e nella Coppa America di vela.
In quest’ultima stagione il modello Lzr ha rotto tutti gli schemi, oltre che i rapporti tra atleti e aziende sponsor, causando molti “divorzi” nel settore delle sponsorship. Filippo Magnini, alfiere del nuoto azzurro in Cina, si è lasciato di comune accordo con Arena e sta ragionando sulla possibilità di utilizzare il super costume dell’azienda britannica proprio a Pechino. Lo stesso che verrà indossato dal pluricampione olimpico, l’americano Michael Phelps.
Nike propone l’atleta a “freddo”
Tutti gli atleti della galassia Nike possono contare a Pechino sul precool vest, un capo d’abbigliamento progettato per diminuire la temperatura corporea. I muscoli di chi fa sport, infatti, hanno performance migliori quando non devono dedicare la maggior parte delle loro risorse a raffreddarsi. Utilizzato circa un’ora prima della competizione, può aiutare ad avere una resistenza superiore del 21% una volta in gara. L’abito è composto da due strati di matieriale: l’interno è riempito di acqua ghiacciata e lo strato esterno è rivestito d’alluminio per comportarsi come un termos, mantenendo l’acqua fredda e riflettendo i raggi solari.
La vela azzurra si affida a Garmin per navigare
Le gare di vela di Pechino 2008 sono considerate tra le più difficili dagli esperti del settore, soprattutto per la mancanza di punti di riferimento durante le gare. Garmin, azienda specializzata nella navigazione satellitare, ha fornito all’azzurro Gabrio Zandonà, timoniere nelle derive 470 maschili, la cartografia Bluechart g2 vision per i campi di regata cinesi.

Una fibra per il metabolismo dei maratoneti
Migliora la qualità dell’acqua favorendo il metabolismo cellulare. La fibra è giapponese, ma il brevetto è italiano (della Accapi di Brescia). I più noti maratoneti keniani la utilizzeranno in gara sopra le borracce con effetti rivoluzionari soprattutto nella fase terminale della corsa. Nel ciclismo è adottata da tempo dai ciclisti della Liquigas.
Vincere fa rima con “comfort”
Fornire un reggiseno che riduca, fino al 70%, i movimenti del seno di chi fa sport. E’ la mission della Branded Apparel Italia (gruppo Dba), che ha stretto una collaborazione con la Fipav (Fed. italiana pallavolo), poche settimane prima della partenza della Nazionale femminile per Pechino. Le azzurre scenderanno sul parquet indossando il nuovo reggiseno “shock absorber”, un’arma in più per contrastare la concorrenza mondiale. “I test che stiamo attivando nel volley”, spiega a ItaliaOggi, Patrizia Albano, product manager della BAI – “ci serviranno per declinare questo prodotto anche nel calcio a cinque, nel fitness e in tutti gli sport dove c’è il movimento continuo del seno. In questo caso la tecnologia aiuta a ridurre il dolore garantendo comfort durante l’attività agonistica”.
Scarpe “eco” e ultra leggere per i maratoneti
Pesano appena 220 grammi, sono usa e getta (perché possono essere utilizzate per non più di due gare di alto livello) e hanno la suola prodotta in quota parte con il riso.
L’idea rivoluzionaria di questa scarpa ultra leggera porta la firma di Asics, che si affida per ogni Olimpiade al laboratorio ricerca & sviluppo di Kobe.
A Pechino le indosseranno l’azzurro Stefano Baldini e la giapponese Mizuki Noguchi, entrambi vincitori dell’oro nella maratona di Atene 2004.

fonte: ItaliaOggi

Previous post

Eventi - I numeri/budget dei Mondiali di calcio - SudAfrica 2010

Next post

Sport&Tecnologia - Una fibra rivoluzionaria per i maratoneti olimpici

Marcel Vulpis

Marcel Vulpis

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *