All newsEconomia E Politicahome pageIstituzione e Attualità

Pagliara (FIDAL): Il movimento cresce e si è aperto a nuovi orizzonti

Un’intervista a tutto tondo, sui temi dell’Atletica Leggera, di cui è segretario generale all’interno dell’universo FIDAL. Parliamo di Fabio Pagliara, dirigente sportivo italiano, che, in questi ultimi anni, è andato oltre la “mission” federale investendo sullo sviluppo di un movimento (quello del “running”) e su progetti/idee speciali come “Runcard“, “SportCity” e “FIL“. 

D: Dicembre per tradizione è tempo di bilanci. Qual è lo “stato di salute” dell’Atletica Italiana?
“Mi sembra sia buono, ma specialmente in costante crescita.
In questi anni abbiamo registrato un grande aumento dei tesserati, che ormai sfiorano i 300 mila. Un numero importante, come quello del fatturato che nel 2019 ha superato i 25 milioni di euro. Il movimento cresce e si è aperto a nuovi orizzonti.
Stiamo lavorando a un’atletica che sia sempre più di tutti e per tutti.
Credo molto che il running e il benessere, uniti alla promozione dello sport in ambiente urbano e alla trasformazione delle città attraverso l’attività sportiva siano il futuro. E non solo della Atletica”.

D: E dal punto di vista sportivo?
“Sotto il profilo tecnico l’atletica è in costante e forte crescita. Il DT La Torre sta facendo un grande lavoro con risultati molto incoraggianti.
Dai recenti mondiali di Doha sono arrivati il bronzo nella 50km di marcia di una campionessa come Eleonora Giorgi ma anche la finale di Filippo Tortu nei 100 metri, un ragazzo italiano tra gli uomini più veloci del pianeta. Sono notevoli anche i risultati delle staffette, considerate il “polso” del movimento: due record italiani, due squadre in finale, e anche le altre tre qualificate di fatto per i Giochi di Tokyo. Mi piace ricordare Davide Re, il ragazzo della porta accanto che è entrato tra i grandi del mondo nei 400 metri, e Yeman Crippa, sempre fra i migliori sia nei 10.000 metri che nel cross. E poi non dimentichiamoci di Gimbo Tamberi, il leader e un grande capitano”.

D: Quali sfide nell’anno che verrà?
“Il 2020 è l’anno dei Giochi Olimpici di Tokyo e un anno molto importante per l’Atletica Italiana. Da una parte vivremo, insieme ai nostri campioni, il sogno a cinque cerchi, pur consapevoli delle difficoltà della campagna olimpica. Dall’altra guardiamo con fiducia agli Europei di Parigi. Per la Federazione sarà anche l’anno delle elezioni di fine quadriennio. A novembre l’atletica italiana rinnoverà il proprio governo; da parte mia sono consapevole che il mio mandato è in scadenza, ma sono concentrato al 100% sul 2020, un anno determinante. Darò il mio meglio fino all’ultimo giorno”.

D: Spesso la sentiamo parlare di “FIL”.
“Sì, mi piace ragionare di FIL, Felicità Interna Lorda anziché di PIL, Prodotto Interno Lordo: un concetto legato al benessere, allo sport e alla cultura sportiva che mi sforzo di trasmettere a tutti attraverso i tanti progetti che fanno della FIDAL una federazione in prima linea sui temi sociali. Abbiamo investito e creduto in Runcard, la grande community dei runner che guarda anche all’impatto sociale e collettivo della corsa, nelle sportcity, nella riappropriazione degli spazi urbani, nella tutela della salute e nell’attività all’aria aperta”.

D: Come si pone sui temi tecnologici?
“Sono entusiasta e curioso, perché sono convinto che la tecnologia non sia un nostro competitor, bensì un alleato capace di creare e rafforzare le comunità sportive, superare i confini fisici e trasformare il modo di vivere le città. Mi guardo intorno costantemente alla ricerca di sinergie e connessioni inedite, perché credo che lo sport moderno non possa prescindere dall’investire sui giovani e sull’innovazione. Per esempio sono orgoglioso che la FIDAL sia stata la prima Federazione a promuovere un hackathon a tema running. La prossima sfida, fondamentale, è quella del 5G, un tema su cui l’Italia e lo sport devono farsi trovare preparati perché trasformerà radicalmente il nostro modo di vivere e di pensare”.

Cosa sono le “quote verdi”?
“Una provocazione che ho lanciato qualche giorno fa. Lo sport, come il Paese, non riesce ad avere il giusto ricambio generazionale. Ma è un processo necessario, anzi vitale per il nostro futuro: ci serve una scossa di energia, di idee, di coraggio. Dobbiamo creare spazio per i giovani e imparare a guardare al futuro con fiducia e con occhi diversi”.

Previous post

AS ROMA: FRIEDKIN AD UN PASSO DALL'ACQUISTO DEL CLUB GIALLOROSSO

Next post

AMAZON PARTNER DELLA NUOVA LEGA UNIVERSITY ESPORTS

Redazione

Redazione

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *