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Molea (AICS): Il nodo è il tempo e il numero di beneficiari destinatari del provvedimento!

Il tema del bonus “una tantum” (600 euro a testa) per i “collaboratori sportivi” sta prendendo piede sia nell’ambiente sia sui media (soprattutto quelli dedicati allo sport). Il ministero delle Politiche Giovanili, Vincenzo Spadafora ha stanziato un primo fondo da 50 milioni di euro (le richieste potranno essere presentate da domani, lunedì 6 aprile, presso gli uffici di “Sport e Salute” inviando una mail). Ne abbiamo parlato con Bruno Molea (presidente di AICS – ente di promozione sportiva – nella foto in primo piano).  

“Nella video conferenza di martedì scorso con gli eps, dal ministro Vincenzo Spadafora abbiamo avuto rassicurazioni sul sostegno allo sport di base, ma molti nodi restano e molte società e associazioni rischiano di morire prima di poter attingere alle risorse promesse”. 

Sui bonus: “Oggi contiamo solo tra gli eps circa 300mila collaboratori sportivi, dai quali vanno tolti quelli che percepiscono altri redditi ma ai quali vanno aggiunti quelli di federazioni e discipline associate. Il fondo da 50 milioni per i bonus da 600 euro a testa basteranno a 83mila persone: ovvio che molti resteranno fuori – 2 su 3, forse – e tra i nostri collaboratori sportivi serpeggia la paura. Inoltre, il Cura Italia precisa che le pratiche verranno istruite secondo l’ordine di presentazione, per cui chi tardi arriva male alloggia: la corsa disperata al bonus è ciò che preoccupa di più i nostri associati che da settimane ci tampinano di chiamate e messaggi per tenersi informati, giorno dopo giorno, sull’attivazione della piattaforma di Sport e Salute. In video conferenza, ho chiesto al ministro di allargare la platea dei beneficiari magari prevedendo maggiori risorse e di prorogare il bonus anche al mese di aprile: dal ministro abbiamo avuto rassicurazioni in merito, siamo in attesa”.

Ma sono anche altre le misure urgenti che il mondo della promozione sportiva richiede: “Sospensione di mutui e affitti sui locali privati che travalichi il solo periodo di chiusura delle attività sportive; l’apertura di linee di credito e di credito di imposta per associazioni, imprese sociali e società sportive; la sospensione per le ASD/SSD dei versamenti di natura tributaria e assicurativa nonché previdenziale; l’esenzionedella tassa di Registroper le asd  di nuova costituzione al fine della iscrizione al Registro ASD CONI; la costituzione in favore delle ASD/SSD di un Fondo di Garanzia per consentire il finanziamento dell’attività di riapertura e disporre di liquidità a breve temine per  i servizi indispensabili; una particolare attenzione al mondo dello sport sociale in fase di redazione dei decreti attuativi della riforma dello sport. Le misure dovrebbero poi travalicare il periodo di chiusura totale delle attività per permettere a asd/ssd di sopravvivere alla primavera e giungere a settembre ancora in vita”.

“Il nodo rimane infatti il tempo. Il ministro ha annunciato risorse per lo sport sociale sottoforma di bandi e aiuti per la ripresa delle attività estive, ma il nodo è: in quanti ci arriveranno? Molti, a serrande abbassate, con affitti da pagare e rette per corsi ed eventi sospesi da rimborsare, non riusciranno a riaprire e a beneficiare di quegli aiuti.  Un esempio su tutti è ad esempio la sospensione degli affitti sui locali privati: il cura Italia non la prevede e se anche ora fosse concessa ma solo per il periodo di blocco delle attività, rischierebbe di essere un aiuto marginale. Molte delle nostre società sportive lavorano con le scuole e non hanno attività in estate: traghettare fino a settembre con tasse e affitti da pagare senza aver incassato per tutta la primavera, sarà difficile per molti”.

Numeri: secondo i dati dell’Osservatorio permanente della prom sportiva, gli EPS contano 95mila società, 480mila tra dirigenti e tecnici sportivi. Producono ore di “volontariato” per un valore economico di un miliardo di euro all’anno. 

 

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Redazione

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