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L’oro di Marcell Jacobs fa volare le quotazioni dell’azzurro, ma attenti anche ai velisti Tita-Banti

(di Alberto Morici)° – In questi giorni di entusiasmo olimpico alle stelle girano cifre record su quanto varrà la medaglia d’oro conquistata dal velocista azzurro Marcell Jacobs nei 100 metri uomini ai Giochi di Tokyo2020. C’è chi dice 20 milioni di euro, chi 15 e chi 18. Questi numeri escono in quanto il paragone è fatto su quanto abbia generato a Usain Bolt la medaglia d’oro.
Ma non è corretto in quanto l’atleta giamaicano alla medaglia d’oro di Rio2016 aveva fatto precedere la medaglia d’oro a Londra 2012 e il record del mondo.
Pertanto il nostro ragazzone in forze alla Polizia di Stato non arriverà a quel monte sponsorizzazioni di cui si legge in giro.
Sicuramente sarà uno sportivo baciato dall’interesse delle aziende italiane per accaparrarselo come testimonial.
Basti pensare, ad esempio, a Fastweb che ha puntato forte su Filippo Tortu e forse ora per legarsi ai valori della velocità pura (come quelli della fibra ottica di Fastweb) dovrà per forza di cose ingaggiare anche il campione olimpico. Le agenzie di sport marketing litigheranno per ingaggiare Jacobs e quindi il prezzo salirà, attestandosi già nel 2021 intorno ai 5 milioni di euro.
Del resto l’onda emotiva del ciclo olimpico questa volta sarà solo di 3 anni fino a Parigi 2024, e quindi il mercato ingaggi impazzerà.
Ma c’è un oro, di altra natura, che è arrivato dalle acque di Enoshima che può far gola alle aziende italiane. È l’oro di Ruggero Tita e Caterina Banti, olimpionici della classe “Nacra17” che per la determinazione con cui è arrivato sarà di sicuro interesse. Un oro che può essere di appeal alle aziende che vedono nel vento, nel mare, nella sostenibilità e nel basso impatto ambientale dei valori da cavalcare. Ad esempio aziende del settore energetico (energia a basso impatto ambientale come quella proveniente dal mare e dal vento), aziende TelCo operator (la velocità della perfetta connessione internet), o meglio ancora del settore bancario e assicurativo che cercano soprattutto nell’ambito ESG di ripulirsi i colori del brand  (ESG è l’acronimo di Environmental, Social and Governance e si riferisce a tre fattori centrali nella misurazione della sostenibilità di un investimento. Questo concetto si è evoluto nei fattori ESG, che oggi sono il caposaldo dell’Investimento sostenibile e responsabile) .
Ecco la vela è tutto questo e l’opportunità per le aziende è legata anche al fatto che i due ragazzi medagliati non sono attualmente accompagnati da alcuna agenzia di sport marketing, sono dei volti freschi e giovani, sono atleti di uno sport a basso impatto ambientale. L’importo stimato in un triennio si potrebbe aggirare sul milione di euro; quindi una cifra ben più bassa da cui partire per evolvere la propria comunicazione, magari sfruttando il vento della sostenibilità.
Quindi sponsor fatevi avanti, perché nel mondo della vela potrete trovare un “mare” di opportunità con Tita-Banti.
° direttore agenzia Sporteconomy.it e del portale Sailbiz.it specializzato in economia/marketing della nautica.
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