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Il Fatto Quotidiano “scivola” sul Cartellino Verde della Lega B

(di Marcel Vulpis) – Il progetto del Cartellino Verde promosso dalla Lega B di Andrea Abodi non è soltanto un’iniziativa per parlare in campo (oltre che fuori), finalmente, di “Fair Play” (non è un caso che il premio Fair Play di Castiglion Fiorentino, al traguardo della XX edizione ne abbia recentemente parlato, proprio per sottolineare l’importanza dell’iniziativa)

Spesso e volentieri, sui rettangoli di gioco italiani, assistiamo a falli e fallacci da terza categoria. A comportamenti da bar, a villanie di vario tipo. Un gesto concreto, quindi, per chi (tra gli stessi giocatori) intende seguire le regole, con l’orgoglio di farlo. Le Leghe sportive non hanno solo l’obbligo di organizzare il regolare svolgimento delle gare ufficiali, ma anche, secondo noi, di fare “cultura” (ove possibile). Un impegno morale che spetta, però, anche ai media, agli stessi giornalisti. Leggere questo articolo del collega Lorenzo Vendemmiale sul Fatto Quotidiano fa male, perché c’è quel vizio di forma (tutto di matrice italiana) di voler cercare il marcio anche dove non c’è, come nel caso del progetto della Lega B di Abodi. E’ una bella idea (il buonismo non lo vediamo proprio ad essere sinceri), può far crescere il dibattito sul tema e può creare bei momenti di emulazione in un calcio, ripeto, che non sempre si distingue per queste cose. Non capiamo, pertanto, dove voglia andare a parare Vendemmiale. Criticare, solo per il gusto di farlo, è un gioco sterile. Aspetti almeno il termine di questa stagione, per poter dare un giudizio di merito. Ma svilire una idea, ironizzare a prescindere, non serve a nulla. Vendemmiale ha perso la sua occasione per fare cultura. Speriamo che la recuperi entro la fine della stagione 2015/16. Altrimenti, purtroppo, gli resterà in mano la “buccia di banana” su cui è miseramente scivolato. Ce ne faremo una ragione!

Di seguito l’intervento di Vendemmiale su Il Fatto 

Titoloni e annunci in pompa magna per il debutto in Serie B del cartellino verde ai giocatori che si distinguono per fair play. Servirà a poco (o a nulla): nel calcio italiano c’è bisogno di gesti buoni più che di buonismo
IL FATTO – CI MANCAVA IL CARTELLINO VERDE 
Nel weekend (già da venerdì sera, in realtà) torna anche la Serie B, dopo la sosta di gennaio e il tour de force natalizio. Con una novità regolamentare: il cartellino verde. La Green Card servirà a premiare e non a punire: l’arbitro lo “sventolerà” in faccia al giocatore che durante la partita dovesse rendersi protagonista di un particolare gesto di fair play. E il pubblico giù ad applaudire. Quale sia la funzione reale di questa trovata non è molto chiaro: il destinatario del cartellino verrà annotato sul referto arbitrale e registrato dal Giudice Sportivo, proprio come ammoniti ed espulsi. Poi a fine stagione dovrebbe arrivare il premio per i migliori. Anzi, per i più buoni: una targa, una medaglietta o un pubblico riconoscimento dai vertici della Federazione, magari dal presidente Tavecchio in persona (non proprio il re del politicamente corretto). O addirittura una “segnalazione ai grandi club calcistici”, che notoriamente acquistano i giocatori in base alle loro qualità morali. Evidentemente qualcuno in Lega e in Figc ha pensato che con un semplice cartellino si possa cambiare la cultura sportiva di un Paese. Ma al calcio servono gesti buoni, più che buonismo. (fonte: Il Fatto Quotidiano)

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Marcel Vulpis

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