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EUROPEAN SUPER LEAGUE – Analisi e cronistoria di un fallimento annunciato

PRINCIPALI ERRORI – COMUNICAZIONE:

  • Comunicazione pressoché assente ad ogni livello; club, nazionale, internazionale e politico

(di Manuel Nicoli)* – Grave errore dei club che hanno trascurato d’informare i dipendenti (giocatori e staff tecnico) prima di comparire in pubblico. Ad esempio l’intervento ai microfoni di SKY di Jurgen Klopp e James Milner nel post partita Liverpool – Leeds Utd che si opposero alla proposta e confermarono di esserne completamente all’oscuro.

  • Assenza di portavoce

L’assenza di portavoce che potessero comunicare in modo vincente la validità del progetto, ha permesso ad altre figure al di fuori della scena calcistica (politici) di entrare nella discussione compromettendo ulteriormente il progetto.

  • Progetto sviluppato all’oscuro delle autorità federali

Un progetto più volte additato come «sviluppato di notte» e all’oscuro di FIFA e UEFA con dichiarazioni contradditorie da parte dei presidenti di club. Questo atteggiamento ha portato a forti opposizioni da parte del management UEFA; «Non posso sottolineare in maniera più forte in questo momento come la UEFA e il mondo del calcio siano uniti contro le proposte vergognose ed egoiste che abbiamo visto da alcuni club selezionati in Europa che sono alimentati soprattutto dall’avidità sopra ogni cosa», presidente UEFA Aleksander Ceferin, conferenza stampa del 20/04/2021

  • Sottostimato (o del tutto ignorato) l’impatto sui tifosi

Essendo il calcio considerato «lo sport di tutti» l’errore più grave, probabilmente, è stato quello di non considerarne l’impatto sulle tifoserie. Alcune dichiarazioni rilasciate a seguito dell’annuncio ne hanno poi compromesso l’accettazione da parte degli stessi. Ad esempio le dichiarazioni del presidente Juventino Andrea Agnelli al quotidiano Repubblica il giorno successivo all’annuncio: «Il calcio è un gioco o un business? Il calcio non è più un gioco, ma un comparto industriale e serve stabilità. Anche a livello domestico.»

  • Momento storico

La pandemia da Covid19 ha generato gravi danni all’economia dei paesi dell’UE. I 3,5 Mld € di finanziamento immediato da J.P. Morgan a club pesantemente indebitati, non sono stati ben accettati né dai tifosi né dagli altri club dei vari paesi.

PRINCIPALI ERRORI – PROGETTUALI:

  • Progetto indirizzato principalmente verso l’aspetto economico

La pandemia Covid19 e l’aumento di disinteresse nel calcio da parte dei giovani hanno accentuato maggiormente le problematiche economiche dei grandi club coinvolti nel progetto. I 3,5 Mld € provenienti dal finanziamento di JP Morgan avrebbero significato una consistente fonte di guadagno per i club già pesantemente indebitati.

  • Assenza totale di club tedeschi e francesi tra i club fondatori

Dei 12 club fondatori nessuno appartiene ai campionati tedesco e francese (3 Italiani, 3 Spagnoli e 6 Inglesi). Creare una Superlega EUROPEA con club provenienti solamente da 3 nazioni ed ignorando club quali PSG e Bayer Monaco è stato un grave errore progettuale. Sebbene aggiunta successivamente al progetto, il supporto della società parigina (e della potente presidenza originaria del Qatar, nazione ospitante dei prossimi mondiali 2022) sarebbe stato un importante alleato in fase di dialogo iniziale con le federazioni. Ad ogni modo, entrambi i club non mostrarono inizialmente interesse al progetto in quanto privi di debiti e molto vicini alle federazioni.

  • Mancanza di un accordo sul settore arbitrale

Il settore arbitrale è regolato dalle rispettive federazioni nazionali, che vengono regolate da quelle internazionali facenti riferimento alla UEFA. Era assolutamente improbabile che si potesse trovare un accordo per l’arbitraggio delle partite.

  • Incertezza sui diritti televisivi

L’assenza di una soluzione su come gestire i diritti televisivi è stato un altro grave errore. DAZN e Amazon smentirono categoricamente il loro supporto al progetto sin da subito. Si ipotizzava la creazione di una piattaforma ad hoc per trasmettere gli incontri ma senza un progetto solido alla base.

  • Sistema chiuso

Su 20 club partecipanti, 15 club (12 fondatori + 3 assegnati) non avrebbero mai rischiato la retrocessione in quanto destinatari di un posto «di diritto» all’interno della Superlega. Evitando così la possibilità di rimanerne esclusi a causa di una stagione sfortunata. Tutto ciò si contrapponeva ad un più apprezzato sistema aperto basato sulla meritocrazia e che sarebbe stato adottato solamente per i 5 club rimanenti.

POSSIBILI SOLUZIONI FUTURE

  • Sistema semi-chiuso

Adottare un sistema semi-chiuso a 24 squadre. 12 delle quali partecipanti di diritto, 3 su invito e 9 per merito. Ciò garantirebbe una presenza fissa delle squadre fondatrici e più influenti del panorama europeo pur garantendo una partecipazione basata sul merito sportivo del restante 50% dei club. L’ampliamento a 24 squadre (dalle 20 odierne) porterebbe ad una riduzione del 20% dei guadagni per club derivanti dalla partecipazione alla Superlega, che verrebbero però coperti dall’eventuale partecipazione, per merito sportivo, alle coppe UEFA (Champions ed Europa League). I 9 club aderenti per merito sportivo sono i vincitori dei 9 principali campionati europei; se uno di questi club è uno dei 12 partecipanti di diritto, il posto viene assegnato al primo club disponibile seguendo la graduatoria in classifica.

  • Riformulare Champions League e Europa League

Ridurre l’attuale numero di partecipanti renderebbe le competizioni più importanti e di maggiore interesse. I premi di partecipazione, seppur ricalcolati, verrebbero suddivisi da un minor numero di club (facendone crescere il premio singolo). Esempio: Prima e seconda classificata nel campionato nazionale accedono alla Champions League, terza e quarta all’Europa League.

  • Progetto indirizzato principalmente verso la condivisione delle risorse e la crescita sportiva in Europa

La partecipazione (di diritto, invito e merito sportivo) viene garantita tramite il pagamento di una tassa iniziale alla Lega Nazionale di riferimento. Questa tassa (unita a tutte quelle dei partecipanti per singola nazione) deve essere destinata all’attività calcistica di base e dilettantistica (in modo da incentivare l’interesse dei giovani nei confronti dello sport e a sostenere le società dilettantistiche delle serie minori). Inoltre, le partite delle squadre iscritte alla Superlega devono essere disputate per l’80% in stadi diversi da quello di proprietà, agevolando così i tifosi su tutto il territorio nazionale. Gli stadi verranno sorteggiati stagione per stagione previa candidatura.

  • Presentazione con accordo sui diritti televisivi

Unica piattaforma deve avere i diritti di trasmissione.

 

  • corsista del Primo corso di Alta Formazione” in “Diritto, Etica e Management nel settore sportivo del calcio presso l’Unical (Università della Calabria – Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche – DISCAG), il più grande campus universitario del paese.

 

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