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Editoriale – La battaglia dei bacini: tifosi e/o sostenitori…e i vuoti di memoria della Melandri


La battaglia tra le 5 società sportive (che piccole non sono) e le 15 (che grandi ancora non sono) si fa sempre più aspra.

Nelle prossime ore queste ultime risponderanno al reclamo di MIlan, Inter, Juve, Roma e Napoli. E tutto fa immaginare che la battaglia ruoterà tutta sul concetto di “sostenitori”.

Secondo le prime 5 società sportive il sostenitore è il tifoso, uno soltanto, per le 15, invece, il sostenitore è trino, appassionato, partecipante e simpatizzante.

E’ evidente che la partita che si sta giocando vuol dire milioni di euro che si spostano da una parte all’altra. 

E’ del resto chiaro il tentativo delle 15 società sportive: per recuperare il gap rappresentato dal dato che Roma, Milan, Juventus, Inter e Napoli rappresentano l’80% dei tifosi, e quindi posseggono un enorme bacino di utenza, le 15 società cercano di allargare le categorie di soggetti cui rivolgere le domande demoscopiche e quindi far rientrare nel bacino di utenza Appassionati, Partecipanti e Simpatizzanti. Così si finisce per introdurre nell’indagine anche chi non è propriamente tifoso (al 100%) e si dà importanza alla semplice simpatia per una seconda o terza squadra.

In questo baillame è intervenuta la Melandri, ispiratrice della riforma.

La Melandri dichiara ieri sul Corriere della Sera del giorno di Pasqua (c’entra qualcosa con le difese che in questi giorni stanno preparando le 15 società sportive?): “Il bacino di utenza non comprende solo i tifosi, ci sono anche i sostenitori”.

Quindi, secondo la Melandri, oltre ai tifosi ci sono anche i sostenitori. Ma allora i sostenitori sono un minus rispetto ai tifosi. Probabilmente sono quelli che le 15 società sportive chiamano “simpatizzanti”.

Ma la legge parla solo di “sostenitori”! Quindi bisogna escludere i “tifosi”… Una manna per le 15 società sportive: allora bisogna rivolgere soltanto la domanda per quale squadra “simpatizzi”, non più per chi tifi. Chi se ne frega del tifoso, basta il simpatizzante…

Siamo andati allora a vedere cosa dice la legge che porta il nome dell’ex ministro.

Innanzitutto per “bacino di utenza” s’intende il bacino di utenza “audiovisiva”. 

Del resto, la legge disciplina un solo ambito, quello  audiovisivo, dunque solo a quello gli istituti demoscopici devono fare riferimento.

E l’utente (di qui il termine “utenza”) è, secondo quanto dice la legge, è “il consumatore finale che, attraverso l’accesso ad una piattaforma distributiva,fruisce dei prodotti audiovisivi”. Quindi, quello che guarda la televisione, non quello che va allo stadio o che compra prodotti da merchandising, come vorrebbero le 15 società medio-piccole

Ma la relazione illustrativa del Decreto dice anche altro: la legge si riferisce, udite udite, a “distinte categorie di soggetti privati quali i “sostenitori delle squadre, che sono gli utenti finali die prodotti audiovisivi sportivi”.

Quindi il sostenitore e utente sono la stessa cosa. E’ già un primo passo. Il sostenitore è quello che guarda la propria squadra in televisione.

Ma la Melandri dice che per sostenitore si è inteso dire qualcosa di diverso dal tifoso. 

Siamo andati a vedere tutte le leggi statali, inclusi i regolamenti del Ministero degli Interni, e i regolamenti sportivi (come il Codice di Giustizia Sportivo o le NOIF). Tutte utilizzano il termine “sostenitori” e quando usano il termine di “tifosi” lo fanno solo come sinonimo.

Il termine “sostenitore” fa dunque parte del linguaggio tecnico-normativo utilizzato dal Legislatore. 

Strano che la Melandri non si ricordi di quel che i suoi “tecnici”, correttamente, hanno fatto. 

Forse non vuole ricordare?

E’ battaglia tra grandi e piccoli club sul tema dei bacini di utenza delle tifoserie. Cinque club contro quindici, con l’obiettivo neppure tanto nascosto di strappare milioni di euro l’uno all’altro a seconda dell’interpretazione data ai termini “tifoso” e “sostenitore”. 

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