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Calcio – Lega A: Beretta interviene su Stadi e ‘decoder’

“I punti fermi su cui la Lega chiede una legge credibile sono fondamentalmente 3-4: serve un meccanismo che assicuri la sostenibilità dell’investimento, quindi servono compensazioni correlate visto che non verrà speso denaro pubblico. C’è bisogno di procedure certe, con un confronto senza divieti pre-esistenti”, ha spiegato Beretta. “Vogliamo una legge che non costi nulla al contribuente, si può pensare di fare una legge senza sostegno diretto di denaro pubblico – ha spiegato il Presidente della Lega Serie A -, non è pensabile utilizzare una legge per chiedere soldi alle società. Avverto uno spirito costruttivo, ringrazio l’onorevole Crimi per il lavoro di cucitura fatto in questi mesi. Qualche elemento ci induce ad essere cauti. Il testo licenziato dal Senato con un lavoro di altissima qualità era considerato da noi e da tutti equilibrato e molto positivo. Ora, vediamo nel merito quanto ci si discosta da quell’impianto”. 
“Noi facciamo uno sforzo importante: prendiamo il 10% delle risorse televisive e le diamo in mutualità, come previsto dalla legge Melandri. Nessun movimento calcistico al mondo sopporta un simile sforzo. Abbiamo dato vita ad una fondazione per attuare questo trasferimento di risorse, qualcuno però ritiene che non vada bene. La quota di mutualità non può essere assolutamente ritoccata al rialzo, altrimenti il nostro calcio verrà ulteriormente penalizzato rispetto alla concorrenza internazionale. Chiediamo che non venga utilizzata la legge sugli stadi per inserire qualche altro balzello” ha ribadito Beretta, precisando che “è importante creare le condizioni affinchè tutte le società possano costruire la propria casa e possano gestirla, facendo un servizio alla città, ai tifosi e allo sport”. “Stadio e tv – spiega Beretta -, non sono in alternativa, ma si fertilizzano a vicenda. All’estero gli stadi si riempiono anche in presenza di un forte sviluppo delle tv, ma ci deve essere un prodotto di grande qualità e impianti a misura di tifoso”.
Il Presidente Beretta si è poi soffermato sull’Accordo Collettivo: “L’accordo con i calciatori di fatto è già firmato. Bisogna prendere atto di un paio di integrazioni, si tratta soprattutto di meccanismi attuativi. L’accordo c’è ed è operativo fino al 30 giugno 2012. Dobbiamo comunque partire con una stagione riformatrice e dobbiamo aprire un confronto con l’Assocalciatori. I giocatori sono i grandi protagonisti di questo mondo. Ma ci sono valori che vanno al di là delle prestazioni: le squadre, con la loro storia, costruiscono i valori di questo mondo. I calciatori sono eroi contemporanei, ma è il team, con suo marchio, a rimanere nella storia”.

Sulla legge per gli stadi si sono espressi anche il senatore del Pdl Alessio Butti, “il testo ha ottenuto molti gradimenti, c’era un’unanimità ottimale su un testo che non ammetteva speculazioni di nessun genere, alla Camera qualche collega aveva espresso giudizi senza leggere il testo, ma se andrà a regime farà lavorare tante persone, e sarà uno straordinario volano, questa è una legge indispensabile per l’economia per il sistema calcio e anche per le amministrazioni che non possono più intervenire sulle strutture sportive” e Renzo Lusetti dell’Udc, “sono ottimista, è una legge equilibrata e ci sono le condizioni affinchè possano essere rispettate le finalità che la legge si prefiggeva fin dall’inizio”.

“Dobbiamo vedere bene com’è il dispositivo, ma c’è una differenza molto forte tra Inghilterra e Italia e la prima sensazione è quella di un impatto potenziale inferiore rispetto alla Premier League”, così il Presidente della Lega Serie A Maurizio Beretta sulla recente sentenza della Corte di Giustizia Europea che abbatte, di fatto, i limiti territoriali per i diritti televisivi in Europa delle gare di calcio. “L’Inghilterra non vende lo stesso pacchetto sul suolo nazionale e all’estero – precisa Beretta -, per cui si crea uno squilibrio tra i due pacchetti, da noi questo non avviene perchè vendiamo tutte le gare sia in Italia che all’estero”. 

“Non abbiamo un testo sul quale esprimere un giudizio compiuto, quindi non c’è una posizione della Lega”, queste le parole del Presidente della Lega Serie A, ai microfoni di ‘La politica nel pallone’ su GR Parlamento, per commentare la legge sugli stadi.

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Marcel Vulpis

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