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Calcio – La Cirio chiede indietro i soldi del premio scudetto della S.s. Lazio

Già lo scorso anno i magistrati del pool romano, che indagavano sul dissesto economico del colosso agro-alimentare, chiamarono a rispondere Sergio Cagnotti, ex-patron di Lazio e Cirio, sull’ipotesi che i premi del secondo scudetto del club capitolino sarebbero stati pagati con dei bond Cirio. Nel corso dell’interrogatorio, il finanziere romano escluse categoricamente questa possibilità, dichiarando che quello che agli inquirenti poteva apparire come una distrazione di fondi, in realtà “era soltanto un finanziamento regolarmente iscritto in bilancio compiuto dalla società madre, Cirio Holding, alla S.S. Lazio” – concludendo – poi che era avvenuto in un periodo in cui non esisteva alcuno stato di insolvenza.

A distanza di poco più di un anno, secondo quanto riportato da “La Repubblica”, la Cirio Holding Spa, ha citato in giudizio 14 giocatori che facevano parte di quella squadra per chiedere la restituzione del premio scudetto. Ad ogni calciatore fu riconosciuto, infatti, un bonus di 600 Mln di vecchie lire, per un totale di 8.4 Mld, erogato in due diverse tranche, tramite bonifici bancari: il primo, di 200 Mln, effettuato in data 22 Febbraio 2001, il secondo, a saldo dei restanti 400 Mln, il 6 Luglio dello stesso anno. All’inizio di quest’anno, i legali di parte Cirio decidono di chiedere la restituzione di questo finanziamento, motivando, secondo quanto si legge dall’atto di citazione, l’azione promossa con l’inesistenza di alcun rapporto obbligatorio tra la Cirio Holding ed i giocatori della S.S. Lazio Spa e, specificando, che “al preciso scopo di “mascherare” tali pagamenti indebiti, Centrofinanziaria (società che è stata fusa con la Cirio Holding nel 2002 Spa, ndr), documentò un inesistente contratto di finanziamento con i quattordici predetti calciatori”. Contratti che, però, allo stato dei fatti, non sono mai realmente esistiti, dal momento che le lettere informative non furono mai spedite; ed è proprio in virtù di questo vizio di forma che, oggi, la Cirio dichiara inesistenti e nulli tali contratti e chiede, quindi, al Tribunale civile di Roma, di condannare i calciatori alla restituzione di 310 mila € ciascuno, gravandoli ulteriormente degli interessi e delle spese di giudizio.

Di contro, i giocatori si oppongono e, per mezzo dei propri legali, alcuni di essi hanno chiesto ai vari giudici il rigetto delle richiesta avanzata dalla Cirio in quanto, secondo quanto recitano gli atti, i giocatori erano del tutto ignari dei “finti” contratti di finanziamento, ed inoltre, perché in questo modo, la società “pretenderebbe oggi di trarre lucro dal suo pacifico illecito”.

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Marcel Vulpis

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