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Calcio – Il caso Bwin e la figuraccia dell’Italia (2)

maldini01p.jpgIl caso “Milan-Bwin” porta alla luce la mancanza di spessore legale e politico del nostro Paese. Due anni fa il settimanale “Sport&Finanza” e l’agenzia stampa “Sporteconomy.it” portarono alla luce delle autorità competenti il caso di “888.com”, sponsor di maglia del Middlesbrough (impegnato a Roma in un match di ritorno della Uefa cup con l’A.s. Roma). Nonostante la presenza di leggi altrettanto vigenti, come nel caso attuale dei land tedeschi, la Procura di Roma non intervenne e l’Uefa, sotto il “pungolo” di Sporteconomy.it, che chiese una dichiarazione ufficiale, si espresse formalmente per la regolarità dell’operazione e della partita, andando perfino a scavalcare la competente normativa italiana in tema di pubblicità di operatori stranieri non autorizzati ad operare sul territorio. Ai microfoni di Sporteconomy.it un dirigente Uefa ci spiegò chiaramente che il massimo organo di governo del calcio europeo non poteva controllare preventivamente tutti i divieti ed incrociarli con quelli del terriotorio dove si svolge la partita ufficiale. Si vede che, a distanza di un solo anno, nel caso di Milan-Bwin, si è così strutturata da poter controllare ed imporre ammende. Dall’altro lato il caso di due anni fa del “Boro” con 888.com, ha confermato che pur esistendo una legge vigente non c’è in molti casi il desisderio di intervenire per farla rispettare. Per Roma-Boro vinse in Procura il timore di creare problemi di “ordine pubblico” (collegati al potenziale sequestro delle divise, prima della gara, agli inglesi) in prossimità dell’evento all’interno dello stadio Olimpico. Gli inglesi, infatti, potevano scendere in campo, ma con il logo oscurato. Sempre Sporteconomy.it scoprì, tra l’altro, che 888.com oscurato a livello internet aveva creato un dominio web parallelo attraverso il quale raccoglieva le giocate degli italiani, contravvenendo a quanto disposto dai Monopoli. Ancora oggi quel sito “parallelo” di gioco esiste e nessuno è riuscito a bloccarlo. Il caso “Milan-Bwin” porta alla luce la mancanza di spessore legale e politico del nostro Paese.
Due anni fa il settimanale “Sport&Finanza” e l’agenzia stampa “Sporteconomy.it” portarono alla luce delle autorità competenti il caso di “888.com”, sponsor di maglia del Middlesbrough (impegnato a Roma in un match di ritorno della Uefa cup con l’A.s. Roma).

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