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Calcio – As Roma, un sogno americano

0sensiasroma.jpgSembra proprio tutto vero, anche dopo la “parziale smentita” di Italpetroli, la società della famiglia Sensi che detiene il controllo dell’As Roma. La squadra giallorossa è nelle mire di investitori americani.


 


Una situazione che oltre al titolo in borsa, rischia di far “impazzire” i tifosi della Roma, già pronti a vedere “secchiate” di soldi investiti nella società per competere e primeggiare rispetto a Inter, Milan e Juventus. Una situazione che nella calda piazza della capitale era stata già vissuta qualche anno fa quando un team di consulenti di una società petrolifera russa aveva chiesto informazioni per un eventuale acquisto del club.


Ora probabilmente parliamo di una trattativa potenzialmente molto più seria, che secondo alcuni autorevoli quotidiani italiani e britannici potrebbe concretizzarsi davvero.


 


Sporteconomy ha sentito il parere di alcune banche d’affari presenti nella City di Londra, proprio per testare il polso della situazione, e l’operazione teoricamente sembra fattibile.


 


La proprietà del Liverpool (o almeno uno dei due nuovi azionisti di maggioranza, nella figura del finanziere Tom Hicks, anche se quest’ultimo per il momento smentisce ogni ipotesi) sarebbe pronta a rilevare la quota di maggioranza in mano alla famiglia Sensi. L’investimento non spaventa di certo il finanziere americano (o qualsiasi altro investitore) pronto ad utilizzare come per il Liverpool lo stesso sistema: l’indebitamento per acquistare il club e per realizzare un nuovo stadio di proprietà.


 


In più, data la nuova legge sui diritti tv che certo non aiuta la Roma (a proposito ma perché la proprietà giallorossa non ha aperto bocca sugli introiti del club previsti dalla riforma Melandri?), data la situazione complessiva del calcio italiano ormai allo sbando dal punto di vista dell’immagine internazionale, la cordata americana potrebbe avere gioco facile nel convincere il patron Sensi a cedergli ad un prezzo ragionevole il club di Trigoria (si parla di una cifra tra i 150 e i 180 milionidi Euro).


 


L’operazione verrebbe quindi finanziata attraverso un pool di banche estere, come nel caso del Liverpool (o del Manchester quando un altro americano, Malcolm Blazer, decise di comprare il Manchester United). Conseguenza: probabilmente i tifosi giallorossi verranno “spremuti” come è capitato a quelli del Manchester e dello stesso Liverpool, che in pratica con l’aumento del prezzo dei biglietti e con il merchandising stanno in parte ripagando l’esposizione debitoria del proprio club.


 


Ma non è tutto. Se il cavaliere bianco fosse davvero Tom Hicks, si creerebbe una difficoltà pratica insormontabile. Infatti le regole della Uefa prevedono che due squadre che hanno come azionista di riferimento una stessa persona anche attraverso società terze, non possono partecipare entrambe alle coppe europee. Questo caso si è recentemente presentato quando Roman Abramovich, proprietario del Chelsea, era anche presidente della Sibneft, sponsor del CSKA di Mosca. In Champions League le due squadre si affrontarono (e vinse “ovviamente” il Chelsea) ma fu l’ultima partita permessa dalla Uefa, in una chiara situazione di “conflitto d’interesse”.


 


Ecco dunque pro e contro all’operazione a stelle e strisce. Certo una tifoseria come quella della Roma, pronta a riempire l’Olimpico anche in occasione di incontri non di cartello, porta l’acquolina in bocca a molti investitori. Chissà che la As Roma, non sia l’apripista per l’ingresso anche nel calcio italiano di investitori miliardari stranieri (russi e americani come nella Premier League) visto che in Italia ormai di “patron” miliardari non ce ne sono più.


 


Foto: Rosella Sensi, Amministratore Delegato As Roma


 

Sporteconomy ha sentito il parere di alcune banche d’affari presenti nella City di Londra, proprio per testare il polso della situazione, e l’operazione “americana” dell’ As Roma, teoricamente sembra fattibile.

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