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Basket – Claudio Sabatini propone lo sponsor “low cost”

Claudio Sabatini, domenica ha portato 7.500 spettatori alla sua Station. Eppure cinque mesi fa sventolava il calo-tifosi ed era pronto a mollare. «Il dato degli abbonamenti resta in calo, presto lo ufficializzeremo. Ma da giugno ad oggi abbiamo lavorato. La crisi c’è per tutti, anche per i nostri tifosi. E così ci siamo concentrati sulle scuole e sui giovani, un’idea che funziona».

Lei manda i giocatori nelle scuole anche quattro volte alla settimana…
«No, anche quattro volte al giorno».
Non le sembra eccessivo? La squadra fa più promozione che pallacanestro…
«Non mi sembra eccessivo. Questi ragazzi conoscono i loro campioni a scuola, poi li vedono in campo la domenica. Si crea un legame. So che è un sacrificio, ma se abbiamo portato 7.500 persone alla partita il merito è dello sforzo dei giocatori, non mio. Il rinnovamento della tifoseria della Virtus è ancora in corso».
A Bologna, lei è sempre sotto esame. Gode di poco credito, però anche questa del pubblico che riempie l’arena può essere una sua vittoria.
«È così, questa città e i tifosi della Virtus sono due entità conservative. Ogni mia idea viene accolta con scetticismo e passa sotto mille lenti d’ingrandimento. Ma io sono uno trasparente e capisco che per molti è sinonimo di affetto verso il club. I tifosi vogliono che tutto funzioni alla perfezione, a noi le idee non mancano. La Virtus credo sia un modello di gestione, un posto dove si fa basket senza sperperare denaro e dove Giorgio Armani viene alla partita ed esce tra gli applausi».
In città su Sabatini c’è ancor più scetticismo.
«Quando ho proposto l’azionariato popolare non sono stato preso in considerazione. Poi l’idea l’ha lanciata Consorte sul vostro giornale, e tutti hanno risposto con disponibilità».
In questo momento la Virtus è l’unica società stabile della città?
«Nel mondo della pallacanestro siamo un esempio da seguire, assieme a Siena ovviamente. A Bologna le squadre di basket fanno più spettatori del calcio…».
Lei però non ha lo sponsor: quanto le secca?
«Molto. Quest’estate avevamo un accordo solo da siglare, poi il nostro interlocutore è sparito per motivi ignoti. A questo punto lancio la sponsorizzazione low cost: con 300 mila euro, un terzo dell’importo che chiedevo, si porta a casa la maglia della Virtus».
Ora vi chiamate «Forza Bologna» ma alla Lega Basket non piace. Perché?
«Non lo so. Ma ai vertici continuano a esserci burocrati fuori dal tempo. Cosa devo fare? Metterò sulla maglia la scritta "affittasi, 300 mila euro"».
Sky non mette il marchio della V Nera: non le sembra un po’ troppo?
«Anche lì colpa della Lega. Magellanica, la società che gestisce i diritti d’immagine della Virtus, ha inviato una liberatoria per l’utilizzo del logo. Ma Renzi l’ha bocciata. Che s’occupassero dei guai di Napoli, invece di pensare alle quisquilie. Là sì che si viola l’equità competitiva: chi non sta alle regole non deve giocare e stop».
Lei è sempre in guerra.

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Marcel Vulpis

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