Barelli (FIN) spara a zero sul CONI e la CONI Servizi


Sporteconomy pubblica il comunicato della Federnuoto a firma del suo presidente Paolo Barelli, che “spara ad alzo zero”, sulla CONI Servizi, sul CONI e a cascata sul numero uno dello sport tricolore: Giovanni Malagò. Una querelle che dura da troppo tempo e che sta scadendo troppo sul personale. Da un lato la FIN di Paolo Barelli (che arriva a parlare perfino di comportamenti “persecutori”) che ha inibito per 16 mesi il presidente del CC Aniene Giovanni Malagò (inibizione scesa a 8 mesi in secondo grado), dall’altro il CONI sempre di Malagò che ha spedito (come “atto dovuto”) una serie di incartamenti alla procura di Roma relativamente a fatture emesse dalla Federnuoto. Chi ci perde chiaramente è l’immagine in toto dello sport italiano, che ambirebbe nel 2024 ad ospitare i Giochi olimpici estivi. Ma se queste sono le premesse, immaginiamo quale altra figuraccia faremo (se non si trova un punto di incontro) davanti al CIO nei prossimi mesi. 

Di seguito il comunicato stampa della Federnuoto. 

In relazione alla rinnovata opposizione della CONI Servizi alla seconda richiesta di archiviazione della Procura di Roma “risultando confermata l’ insussistenza, in fatto e in diritto, del reato denunciato” dal CONI il 30 Gennaio 2014, la Federazione Italiana Nuoto:

• esprime imbarazzo per le procedure adottate dal CONI che in futuro potrebbero investire altre federazioni, enti di promozione e organismi sportivi, e che – a prescindere dall’esito delle indagini eseguite già due volte dalla Procura di Roma – sembrano mirare ad un’imputazione coatta da parte del GIP (il giudice Gaspare Sturzo che durante il Governo Berlusconi 2005-2008 è stato consigliere giuridico della Presidenza del Consiglio di cui era sottosegretario Gianni Letta);

• malgrado la disponibilità dimostrata e dovuta, manifesta preoccupazione per la pervicacia assunta dalle attività di audit da parte degli organi preposti dal CONI, che tendono a superare i limiti regolamentati dell’incarico nell’ambito delle verifiche amministrative;

• ribadisce con apprensione che la strategia persecutoria del CONI continua a condizionare l’operosità degli uffici federali e delle Squadre Nazionali, che meriterebbero plausi per i risultati conseguiti e serenità e stabilità per affrontare il biennio verso le Olimpiadi di Rio de Janeiro;

• teme che le ripercussioni della vicenda – ancora in primo piano per l’evidente accanimento in corso – deteriorino l’immagine dello sport italiano e del CONI, già segnato dai recenti avvenimenti legati al doping e alla definizione dei contributi;

• nonché ritiene che, soprattutto in questo momento, gli echi internazionali negativi siano deleteri per il CONI e per il Governo impegnati a valutare la candidatura olimpica di Roma per il 2024 e a riformare il sistema sportivo, con particolare attenzione all’insegnamento nelle scuole che meriterebbero esempi di trasparenza e correttezza super partes.

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Marcel Vulpis

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