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Un caffè con il Presidente Antonio Urso (FIPE). Le ambizioni della Pesistica azzurra in vista di Riad (Mondiali) e Parigi (Olimpiade)

(di Marcel Vulpis) – Mancano poche settimane al via dei campionati mondiali di sollevamento pesi (2023), importante tappa di avvicinamento ai Giochi olimpici di Parigi (2024).

Saranno l’88ª edizione maschile e la 31ª femminile della manifestazione iridata e si svolgeranno a Riad, in Arabia Saudita, dal 2 al prossimo 17 settembre 2023. È prevista la partecipazione di circa 1.500 atleti per 130 nazioni. Una delle rassegne più competitive nella storia di questo sport spettacolare.

Per parlare di presente e futuro abbiamo incontrato, nei giorni scorsi a Fiumicino, il Presidente della Federazione Italiana Pesistica (FIPE) Antonio Urso (dal giugno 2022, tra l’altro, nuovo segretario generale della International Weightlifting FederationIWF). Un movimento, quello della pesistica, che conta, nel nostro Paese, più di 100mila tesserati (di cui 30mila a livello agonistico).

D: E’ ancora viva la memoria dei risultati di Tokyo2021. Si aspettava queste performance o sono state una sorpresa?

R: Assolutamente, mi creda. Tokyo è un progetto nato ben 10 anni prima. Siamo partiti da una serie di ragionamenti per noi assolutamente importanti. Ci siamo infatti seduti con la Direzione Tecnica e ci siamo chiesti se dovevamo iniziare a fare delle considerazioni sulle metodologie utilizzate dagli atleti negli allenamenti. All’epoca erano troppo legati a schemi rigidi e ciò non si sposava con la duttilità del nostro sport. Da qui siamo passati a revisionare totalmente questo sistema, riposizionando, al centro dell’allenamento, la figura dell’atleta e non viceversa (ovvero il metodo di training). Capendo, per ciascuno dei nostri, come individuare i corretti carichi di lavoro e di recupero.

Oltre a ciò abbiamo lavorato a livello organizzativo, senza dimenticare gli aspetti alimentari fino ad arrivare a quelli psicologici. Da qui la nascita della scuola italiana di pesistica, oggi tra le più competitive al mondo. Siamo un modello di riferimento anche per altre nazioni, da esportare sicuramente all’estero. Ecco perché non siamo per nulla sorpresi se pensiamo alle 3 medaglie di Tokyo 2021 (nello specifico: Mirko Zanni bronzo nei 67kg; Giorgia Bordignon argento nei 64kg e Antonino Pizzolato bronzo negli 81kg., nda).

Antonio Urso – Presidente FIPE (Fed. Italiana Pesistica) – photo credits: agenzia Sporteconomy

D: E adesso in vista dei prossimi Mondiali sauditi cosa si attende?

R: E’ chiaro che l’obiettivo è la qualificazione olimpica per tanti dei nostri atleti. E’ il loro sogno da oltre un biennio. Sei azzurri hanno sicuramente la potenzialità, oltre che le caratteristiche tecniche, per andare in Francia. Solo la Cina, in questo momento, può vantare le nostre stesse ambizioni.

E’ anche giusto sottolineare come il livello, post Tokyo, sia ancora più competitivo rispetto al passato. Dopo la diffusione della lotta al doping (a livello internazionale) adesso molte prestazioni si sono livellate. Nei primi 10, di ogni categoria di peso, tutti possono giocarsi la medaglia e spesso si vince con differenze minime (sotto il profilo tecnico). Tutti hanno la possibilità di competere per salire sul podio. Un risultato incredibile soprattutto se messo a confronto con gli anni bui di questo sport, se penso al recente passato.

D: Visto che è stato lei il primo a parlarne, come prosegue la lotta alla piaga del doping?

R: Su mia proposta la Federazione Internazionale ha demandato controlli e intelligence all’agenzia controlli anti-doping ITA (l’acronimo sta per “International Testing Agency”). La Federazione internazionale non fa più sconti a nessuno e chi risulta dopato viene immediatamente fermato. Non a caso a Tokyo non abbiamo registrato alcun caso. Solo un atleta nel mondiale successivo di Bogotà, ma parliamo di un agonista di terza fascia.

D: Torniamo in Italia. Come pensate di intercettare i giovani avvicinandoli a questo sport?

R: La sedentarietà sta diventando, purtroppo, uno stile di vita sempre più frequente. Parallelamente si stanno riducendo le qualità motorie dei soggetti. Quindi anche il numero degli atleti potenziali da intercettare per avvicinarli alla pesistica. Tecnicamente abbiamo bisogno di una fase/base di preparazione motoria, che dura 3-5 anni, per poi arrivare ad una specializzazione nel nostro ambito. Di contro, come Paese, abbiamo seri problemi in ambito scolastico, per non parlare dell’impiantistica, spesso osboleta o in molti casi assente.

D: Tra le novità della FIPE vi è sicuramente il progetto Sthenathlon

R: Ci serve per riuscire a far passare la “cultura” del bilanciere. Nel futuro prevedo che molti di questi atleti passeranno alla pesistica per praticare una disciplina più “strutturata”.

Lo Sthenathlon è funzionale per fare sport agonistico di livello. Quest’anno i campionati italiani assoluti si sono svolti ad Ostia (all’interno del centro tecnico federale della FIJLKAM) e abbiamo registrato una crescita netta rispetto al passato. Più in generale vogliamo muoverci e posizionarci come lo “Sport per gli altri Sport”.

D: Si spieghi meglio…

R: Non tutti sanno infatti che, fino ad oggi, la FIPE ha licenziato più di 8mila tecnici e di questi ben 6mila lavorano anche in altre federazioni sportive nazionali (FSN), con particolare attenzione agli Sport Invernali (FISI), dove, quotidianamente, vengono utilizzati nostri metodi di allenamento (in abbinamento a  tecnici FIPE), così come nel calcio e nel volley, solo per citare gli sport dove abbiamo una maggiore storicità di rapporto. Su questo fronte abbiamo grandi potenzialità e vi lavoreremo anche sotto il profilo della comunicazione (on/off line) e del marketing.

 

 

 

 

 

 

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