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Mauro Balata (Lega B) al Forum “Il calcio che l’Italia si merita”

Prestigioso appuntamento al Corriere dello Sport-Stadio: un’occasione per riflettere sul momento che attraversa il calcio italiano da un punto di vista finanziario e competitivo, individuando possibili strategie per rilanciare l’intero movimento.

Al centro del tavolo di confronto, alcuni dei più autorevoli e qualificati uomini di sport. “Il calcio che l’Italia si merita” è il titolo del forum che si è svolto oggi presso la sala convegni del Corriere dello Sport – Stadio, a Roma in piazza Indipendenza 11/B a partire dalle ore 11:00.

Tra i partecipanti, il Presidente FIGC Gabriele Gravina, il Presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini, il Presidente della Lega B Mauro Balata, il Presidente del Settore Tecnico FIGC Demetrio Albertini, il CT della Nazionale Italiana Femminile Milena Bartolini e il Presidente SSC Bari Luigi De Laurentiis.

Ospiti da remoto, il CT della Nazionale Italiana Maschile Roberto Mancini, i mister Fabio Capello e Carlo Ancelotti e l’Amministratore Delegato della Juventus Football Club Maurizio Arrivabene.

Moderatori, il Direttore Responsabile del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni e il Condirettore Alessandro Barbano.

Numerosi temi affrontati: a partire da quelli economico-finanziari, come sostenibilità, indici di liquidità, rapporto club/nazionale, commissioni procuratori, salary cup, vivai, stadi; proseguendo con fattori tecnici, come moduli tattici e idee per rilanciare lo spettacolo attraverso le scuole di pensiero; trattando poi questioni di carattere regolamentare, quali playoff – playout, tempo effettivo di gioco, “challenge” e Var a chiamata.

A tal proposito, è intervenuto il Presidente LNPB Mauro Balata (nella foto in primo piano) che ha parlato di Var, dei giovani talenti italiani del campionato di Serie BKT e la possibilità di seconde squadre nella competizione: “Sono un grandissimo sostenitore di questo strumento, di questo protocollo e di questa tecnologia. Quindi, ben venga tutto ciò che serve per migliorare il Var che, secondo me, è stata un’innovazione epocale ed importantissima perché garantisce regolarità, trasparenza e chiarezza. Sono anche un sostenitore del Var a chiamata, il cosiddetto ‘challenge’ ”.

“Noi siamo contrari – ha proseguito Balata – alle seconde squadre almeno nel nostro campionato, pur non essendo contrari al progetto in linea generale. Ritengo che oggi un modello di calcio giovanile italiano di grande livello esista e si chiama ‘Campionato Serie BKT’. Noi quest’anno lo abbiamo dimostrato, tra l’altro anche con dei numeri sul minutaggio relativo ai nostri giovani calciatori italiani che poi sono stati selezionati dalle nazionali, anche da mister Mancini. Credo che sia stato contento di vedere questi ragazzi valorizzarsi e disputare una tale quantità di minuti in campo in un campionato importante come il nostro.

Io credo che questo modello non debba essere adesso disperso perché è un modello che si è affermato: noi abbiamo avuto tante società che hanno fatto giocare minuti nelle nostre partite importanti a tanti calciatori che probabilmente, se non avessero giocato nel nostro campionato, sarebbero rimasti dispersi in qualche tribuna. E sono tutti un patrimonio del calcio nazionale. Questa è una ragione di carattere tecnico.

Poi ci sono delle ragioni di natura giuridica: perché nel campionato di Serie BKT, le seconde squadre delle grandi società italiane non potrebbero concorrere per la vittoria, neanche per partecipare ai playoff. Questo renderebbe, in radice, irregolare la competizione.

Poi ci sono ragioni anche di natura sociale, pregiudiziale e giuridica: voi immaginate in un contesto come quello calcistico, adesso abbiamo una grandissima società del centro-sud come il Bari e per noi è importantissimo averla nel nostro campionato, se introducessimo le seconde squadre, rischieremmo di perdere tanti asset nel calcio di altissimo livello nel nostro Paese.

A mio avviso, non è possibile pensare alle seconde squadre in Serie B che poi avrebbero anche degli effetti devastanti sotto il profilo sociale. Inoltre, ho aggiunto che nel campionato di Serie BKT c’è una questione che va chiarita perché sento sempre parlare di formazione: allora, la formazione è una cosa, la valorizzazione del calciatore italiano è un’altra. Il giovane di alto livello a 20 anni non deve essere più formato: a 20 anni il calciatore è già laureato col master se è bravo e ciò avviene attraverso il Campionato di Serie BKT. È stato dimostrato: quest’anno abbiamo avuto una società come la Cremonese che è stata promossa in Serie A e ha avuto il 30% di minutaggio di tanti calciatori, alcuni non sono neanche di sua proprietà, che hanno avuto anche una straordinaria valorizzazione economica.

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