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L’innovazione dell’accordo Fidal-Infront. Un modello di gestione anche per altre federazioni

“Le rivoluzioni nascono spesso da banali intuizioni, dal classico uovo di colombo, da soluzioni a portata di mano mai perseguite per paura di sbagliare” ci ha dichiarato Fabio Pagliara – segretario generale FIDAL (nella foto in primo piano).

È quanto accaduto nei giorni scorsi con il bando per i diritti della Federazione Italiana di Atletica Leggera, aggiudicati al colosso Infront, per la prima volta estesi anche a un ambito non strettamente legato alle competizioni in pista o sulla strada.

Fabio Pagliara, Segretario Generale della Federazione, è stato il più convinto assertore della necessità di procedere a una manifestazione di interesse che aprisse la strada a grandi gruppi interessati a valorizzare il “prodotto Atletica”.

“Per ottenere il risultato raggiunto è stato fondamentale avere utilizzato e percorso un modello nuovo di negoziazione contrattuale. Non si trattava di vendere i meri di diritti di sponsorizzazione delle manifestazioni sportive, ma di vendere un prodotto nuovo, la Runcard, dalle potenzialità ancora inesplorate. Pur liberi di procedere alla vendita dei diritti di un contratto ingessato, abbiamo ritenuto pertanto di dovere mutuare la procedura del dialogo competitivo. Modello di gara previsto dal nuovo Codice dei contratti pubblici. Questo ha consentito alla FIDAL, mettendo in concorrenza i due operatori interessati, di rivolgersi al mercato per costruire assieme ai concorrenti un contratto adeguato alle proprie esigenze e ritrovando nel contempo le soluzioni più avanzate e profittevoli. E proprio questa costruzione, per successivi step, dell’impianto contrattuale, ha consentito a FIDAL di concludere positivamente la gara. Esito che non era certo al momento della pubblicazione del Bando”.

“Col senno di poi”, commenta Pagliara, “la volontà da parte del Presidente Alfio Giomi (nella foto sopra con il microfono, nda) di perseguire questa strada, che ritenevo e ritengo vincente, è stato un atto di splendida follia. Nessuno credeva che l’Atletica rappresentasse un asset appetibile per chi normalmente tratta i diritti di grandi eventi calcistici da milioni e milioni di euro. Eppure le cifre parlano chiaro: passeremo da seicentomila euro di raccolta di sponsorizzazioni per un anno ai due milioni e mezzo annui garantiti, per sei anni, contenuti nell’offerta Infront”.

Perché? Per quale ragione investire sull’Atletica? “Credo sia stato decisivo offrire un prodotto che non fosse più soltanto la visibilità del grande campione, merce ormai molto rara, o gli eventi planetari come le Olimpiadi, ma la risultante di eventi agonistici e atletismo diffuso, inteso come desiderio di concepire il movimento fisico come indispensabile per se stessi e la propria salute. Con Runcard abbiamo aperto la strada perché si considerasse Atletica, di fatto, tutto quel mondo di runner e camminatori che affollano le nostre città, cercano un Parco nel quale allenarsi, mettono le scarpette in valigia prima di un viaggio, programmano una Maratona come un viaggio di scoperta. Mi piace pensare che Infront abbia deciso di investire sul valore sociale di una Atletica che non è più solo campi, ma è propedeutica alla felicità e al benessere dei cittadini, strumento di pianificazione urbanistica per metropoli, ma non solo, a misura di runner, medico personale in calzoncini e scarpe da corsa. Questa è la vera rivoluzione”.

Cosa cambierà per l’Atletica italiana? “Infront è anche colosso della comunicazione in ambito sportivo, e non solo, quindi ci auguriamo che l’Atletica abbia la visibilità che merita, faccia tendenza, anticipi e solleciti fenomeni di costume e mode. Da un lato c’è una generazione di giovani atleti che sta venendo fuori, pulita, vincente, sorridente e figlia del lavoro fatto con il settore giovanile, in anni difficili per l’agonismo tricolore. Dall’altro c’è, come detto, il fenomeno di costume: oggi, in fondo, corrono tutti, dal manager all’impiegato, dal musicista al deejay famoso, dall’operaio al fattorino. Ci crediamo. Crediamo che l’Atletica, anche grazie al running, possa diventare ‘cool’ oltre che vincente, grazie ai nostri campioncini sulle piste e a quelli che ci saranno una mano col marketing e la comunicazione”.

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Redazione

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