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La presa di posizione del mondo dello sport sul confitto russo-ucraino

(di Emanuele de Laugier) – Oltre alla presa di posizione del mondo della politica e di quello dell’economia, così come la voce delle popolazioni di tutto il mondo che stanno manifestando in piazza contro la guerra, anche lo sport ha incominciato a prendere dei provvedimenti nei confronti della Russia dopo l’invasione di quest’ultima a danni dell’Ucraina.
Nel mondo del calcio, l’UEFA, massimo organo calcistico europeo, ha annunciato che i club e le nazionali russe ed ucraine, che gareggeranno in competizioni internazionali, dovranno giocare le partite casalinghe in sedi neutrali, così come ha deciso di cambiare la città ospitante della finale di Champions League, spostandola da San Pietroburgo a Parigi.

Tuttavia, l’UEFA non ha ancora espresso la propria opinione sul suo sponsor Gazprom, da cui ottiene 40 milioni di euro a stagione. Invece, sempre legato al colosso dell’energia russo, lo Schalke 04 ha annunciato di aver sostituito, sulle sue divise, la scritta Gazprom con la scritta “Schalke 04”. Con questa scelta, nonostante l’indebitamento, il club di Gelsenkirchen rischia la rescissione del contratto da 10 milioni di euro a stagione fino al 2025 con la società russa.

Anche il Manchester United ha revocato un contratto di sponsorizzazione con un’azienda russa, infatti ha annunciato che non volerà più la compagnia aerea Aeroflot, con cui aveva firmato un contratto da 40 milioni di sterline valido dal 2017 fino alla fine di questa stagione.

Sempre in Inghilterra, il magnate russo Roman Abramovich ha deciso, per ragioni di opportunità (sull’onda delle sanzioni inflitte dal governo britannico agli oligarchi presenti nel Regno Unito), di defilarsi dalla gestione del Chelsea FC (acquistato nel 2003), ma non di venderlo.

Invece, per quanto riguarda i play-off per la Coppa del Mondo di calcio, le Federazioni di Polonia, Svezia e Repubblica Ceca hanno dichiarato che non giocheranno contro la Russia per ottenere l’accesso alla fase finale del Mondiale del Qatar qualunque sia la decisione della FIFA. Il massimo organo calcistico mondiale, nelle scorse ore, non ha escluso la nazionale russa dagli spareggi per i Mondiali, ma ha annunciato, per ora, che la Russia si chiamerà RFU (Football Union of Russia) e giocherà in campo neutro, senza inno e senza bandiera.

Per quanto riguarda il mondo dei motosports, la Formula Uno ha annunciato che non ci sarà più in calendario il Gran Premio di Sochi, in programma il 25 settembre, e la scuderia Haas ha rimosso il suo sponsor principale Uralkali, azienda mineraria attiva nell’esportazione di potassio in tutto il mondo, che dava anche i colori alla livrea della monoposto.

Nel mondo dell’hockey su ghiaccio, il Lowen di Francoforte (club di 2a divisione tedesca), ha scelto di interrompere i rapporti commerciali con la banca russa “VTB Bank Europe”.
Sul conflitto russo-ucraino, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha esortato gli organismi sportivi a cancellare o a spostare tutti gli eventi programmati in Russia ed in Bielorussia, nonché a smettere di usare le bandiere e gli inni nazionali dei due paesi.
La Russia ha violato la tregua olimpica invadendo l’Ucraina giovedì, solo quattro giorni dopo la cerimonia di chiusura dei Giochi invernali di Pechino. È stata anche sanzionata la Bielorussia perché alcune delle truppe russe sono entrate in Ucraina dal suo confine, essendo un fedele alleato di Mosca.

Questa è stata la terza violazione russa della tregua olimpica negli ultimi 14 anni. Infatti, la Russia aveva già invaso la Georgia durante i Giochi Olimpici estivi del 2008 di Pechino e aveva annesso la Crimea poco dopo la fine delle Olimpiadi invernali del 2014 di Sochi.
Per quanto riguarda gli sport invernali, la Federazione Internazionale di Sci (FIS) ha annunciato che la Russia non ospiterà più i suoi eventi di Coppa del Mondo quest’inverno. Mentre il consiglio di amministrazione della Federazione norvegese di sci ha dichiarato sabato che non vuole che gli atleti russi gareggino alle prossime gare di Coppa del Mondo in Norvegia.

Anche i Campionati Europei di curling, in programma a novembre di quest’anno a Perm (Russia), dovrebbero essere trasferiti in un’altra sede.
Pure l’International Biathlon Union (IBU), seguendo la richiesta del CIO, ha deciso di permettere agli atleti russi di competere nei restanti tre eventi, ma solo come concorrenti neutrali. Tuttavia, l’Estonia, che ospiterà il penultimo evento a Otepaeae dal 10 al 13 marzo, ha vietato l’ingresso nel Paese ai biatleti russi e bielorussi.
Sull’onda delle decisioni prese dagli altri enti sportivi, anche la Federazione Internazionale di Tennis (ITF) ha deciso di cancellare, a tempo indeterminato, tutti gli eventi che si svolgono in Russia.

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Redazione

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