La crisi economica tocca l’industria dei Giochi

– la spesa “netta” degli italiani per il
gioco è scesa a 16,5 miliardi con un calo rispetto al 2013 del 1,8%. A questi
16,5 miliardi vanno sommati i 66,2 miliardi totalizzati con le vincite, che
portano a una raccolta “lorda” per il 2014 di 82,7 miliardi, rispetto
agli 83,9 del 2013.

 

CHI SCENDE: SLOT E VLT, GIU’
ANCHE IL SUPERENALOTTO
– Gli italiani hanno speso meno, dunque, contribuendo
ad un calo generalizzato tra i diversi giochi del bouquet statale. E, in tema
di spesa “netta”, slot e Vlt vanno in rosso per 270 milioni di euro
(-3%). Perdite a due cifre per il Superenalotto: 130 milioni (-14,7%), per
l’ippica (-17%), e il bingo (-6,8%). Giù anche il poker, che nella modalità
torneo perde il 26%, mentre il “Cash” il 23%. Segno meno anche per il
Gratta&Vinci, che scende del -4,7%.

 

CHI SALE: EFFETTO BRASILE PER LE
SCOMMESSE
– In controtendenza le scommesse sportive, spinte in maniera decisiva dal
Mondiale brasiliano e dall’ingresso di nuovi operatori dell’online nel mercato
italiano. La spesa per il betting sportivo cresce del 8,7% (850 milioni) e
supera il miliardo con l’ulteriore spinta dalle scommesse virtuali – partite di
calcio, corse computerizzate, in stile videogames – che hanno superato i 200
milioni. Bene i Casinò Games, che hanno registrato una spesa di 260 milioni
(+15%), mentre tiene i il Lotto: +2,5% per 2,26 miliardi di spesa.

 

ERARIO – Frena la
raccolta erariale – anche in virtù delle percentuali in vincita più convenienti
per i giocatori – che perde circa 300 milioni di euro rispetto al 2013,
incassando 7,84 miliardi (-3,8%) e, per la prima volta dal 2009, finisce al di
sotto dell’asticella degli 8 miliardi. Nel non semplice calcolo degli introiti
erariali, bisogna tenere conto di quello che gli esperti definiscono
“effetto miraggio”.

L’esempio più eclatante riguarda il poker online e
i giochi da casinò. A fronte di una raccolta complessiva di 12,4 miliardi (tra
poker cash, poker a torneo e casinò games) che farebbe pensare a chissà quale
boom, la spesa effettiva è stata di poco superiore ai 450 milioni mentre gli
incassi erariali, proprio per l’alta percentuale di ritorno in vincita, è stata
pari a soli 90 milioni di euro. All'”effetto miraggio” contribuisce
in maniera decisiva anche quello che viene definito in slang “meccanismo
del ri-gioco” e cioè il numero di volte che una ipotetica fiche viene
vinta e rigiocata dallo stesso player. Quella fiche, ad esempio da un euro,
vinta e persa magari 50 volte nella stessa partita, sarà conteggiata come 50
euro, ma in realtà è sempre la stessa: un euro. Il calcolo netto, dunque,
recita che nel poker a torneo ogni 100 euro giocati ne sono stati vinti 87,
mentre per il poker cash e i casinò games la percentuale è salita fino al 97%:
97 euro in vincita ogni 100 messi in gioco. (SEGUE)

 

RACCOLTA – Chiude con
il segno negativo anche la raccolta “lorda” con 87,2 miliardi di
euro, in calo dell’1,4% rispetto agli 83,9 miliardi del 2013. Il 55% arriva da
slot e Vlt, con 46 miliardi, seguite in classifica dai giochi online (poker
cash, poker a torneo e casinò games) con 12,4 miliardi (il 15% del totale).
Alle loro spalle i Gratta&Vinci con poco meno di 9,2 miliardi (-4,7%
rispetto ai 9,6 miliardi del 2013), poi il Lotto, in controtendenza rispetto ad
altri giochi, con una raccolta cresciuta del 2,6% a 6,5 miliardi, e le
scommesse che hanno totalizzato quasi 5,3 miliardi.

La crisi non risparmia neanche l’industria dei giochi che per il secondo anno di fila chiuderà con il segno meno. Nel 2014 – secondo elaborazioni Agipronews su dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli:

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Marcel Vulpis

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