All newsAltri eventiAziendeConiEconomia E PoliticaEditorialihome pageIOCIstituzione e AttualitàOlimpiadiRoma 2024

Il referendum di Magi (Radicali) su Roma2024? E’ la castrazione chimica di Roma studiata a tavolino

(di Marcel Vulpis) – Proponiamo alcuni passaggi di un articolo che il portale di politica GliStatiGenerali.com ha dedicato all’avventura di Roberto Giachetti

Apertura della campagna elettorale di Roberto Giachetti, candidato a sindaco di Roma per il centrosinistra

Apertura della campagna elettorale di Roberto Giachetti, candidato a sindaco di Roma per il centrosinistra

a candidato a sindaco di Roma per il centrosinistra. Una candidatura appoggiata da ben sette liste, tra cui anche quella dei “Radicali” di Riccardo Magi, salito agli onori della cronaca per la sua battaglia referendaria nei confronti del progetto olimpico di Roma2024.

Il logo della lista dei Radicali per le comunali di Roma2016

Il logo della lista dei Radicali per le comunali di Roma2016

La giornalista Simona Bonfante sottolinea come uno dei punti di forza di Giachetti sia la sua radice “radicale”. Un vero e proprio punto di forza, tant’è che la stessa Bonfante invita Giachetti a seguire il desiderio referendario di Magi. Peccato, però, che Giachetti sia apertamente a favore di Roma2024, mentre il capolista dei Radicali, si sia ostinato, invece, nel raccogliere 28 mila firme per un referendum inutile. Se il responso definitivo è quello del “Sì”, visto che il consiglio comunale della ex era Marino ha già votato a favore a cosa serve l’operazione referendaria di Magi? Chiaramente a far vincere il fronte del “No” e a dimostrare di essere un politico tanto forte e deciso da opporsi alla “corazzata” del CONI.

Capiamo la smisurata ambizione politica di Magi, ma tutto questo potrebbe avere, come risultato finale (nella peggiore delle ipotesi), la fine del progetto Roma2024.

Il referendum di Magi su Roma2024? E’ la “castrazione” chimica di RomaCapitale studiata a tavolino. Con il piacere sottile di perseguirla e di avere, a torto o a ragione, la “sponda” del nemico-amico pentastellato (la candidata sindaco M5S, Virginia Raggi, infatti, ha già annunciato il ritiro della candidatura in caso di vittoria).

Alla luce di tutto ciò “stride” la posizione di Riccardo Magi, come alleato (finto o vero?) di Giachetti. Magi si nasconde nel “ventre caldo” del centrosinistra, perché è chiaro che apparentandosi ha più possibilità di essere rieletto (e stranamente nei suoi 12 punti programmatici per Roma non si parla mai di uno dei suoi cavalli di battaglia: Roma2024), ma le gente non è cretina e l’ha capito perfettamente.

La verità però è un’altra: questa posizione ondivaga e poco coerente, sotto il profilo politico, di Magi rischia di trasformarsi in un danno per la campagna a sindaco di Roma di Roberto Giachetti.

Il capolista dei Radicali deve essere più trasparente nella sua azione politica: o si candida con Giachetti e sposa la linea “pro” Roma2024 o si sgancia e porta avanti in modo lineare il progetto del referendum olimpico. Altrimenti la sua matrice radicale la sbandiera al vento, ma non la pratica nella realtà. Magi deve farci capire, alla fine della fiera, se è un duro e puro, e allora deve sganciarsi dalla coalizione di centrosinistra, oppure la deve finire con questa campagna di “banal-moralismo” ritirando l’idea del referendum, una volta per tutte. La domanda che poniamo a Magi, alla fine, è semplicemente questa: Riccardo, ma quanto sei veramente radicale, rispetto al rischio (andando da solo con la tua lista alle amministrative del 5 giugno) di non essere eletto? Non puoi fare il super-radicale e poi ti inserisci nel gruppone del centrosinistra.

Sii sincero (sul tema di Roma2024) e presentati per radicale o per quello che meglio ritieni di essere. Ma fa qualcosa! Perché è troppo facile muoversi politicamente in questo modo. 

Il candidato a sindaco di Roma del centrosinistra Roberto Giachetti opposto a Riccardo Magi segretario dei Radicali Italiani sul tema di ROMA2024

Il candidato a sindaco di Roma del centrosinistra Roberto Giachetti opposto a Riccardo Magi segretario dei Radicali Italiani sul tema di ROMA2024

 

Ecco alcuni passaggi dell’articolo di Simona Bonfante su GliStati Generali

Un argomento forte però la Raggi ce l’ha. Roma è stata ridotta nella miserevole condizione in cui versa dalla cricca spartitocratica che in buona parte ancora si propone come soluzione – essendone invece stata il problema. Il mix appalti-agli-amici e sviluppo-palazzinaro è ancora vivo e lotta in mezzo a noi. Basti pensare al ‘grande’ progetto olimpico di Montezemolo – sì, lo stesso Montezemolo del marciume corruttivo di Italia 90 – e Malagò – lui, quello delle piscine inagibili per cui i romani, bontà loro, ridono ancora amaramente rassegnati.
Sfugge, infine, come Giachetti intenda dare conseguenza all’impegno di far partecipare i romani, consultarli, renderli protagonisti delle scelte sulla città, dunque dei loro soldi, se continua ad opporsi al referendum consultivo sulle Olimpiadi – consultivo, non abrogativo ché non c’è alcuna norma comunale da abrogare – su cui l’altro giorno la commissione referendaria di esperti nominata dal Comune ha dato parere favorevole. Il referendum dunque, raccolte le firme, si farà. E non sarà né contro né pro: il referendum ha l’obiettivo di far conoscere ai romani il prodigioso progetto del duo Montezemolo-Malagò che verte sullo sviluppo residenziale di Tor Vergata comprensivo di laghetto a ridosso delle piste dell’aeroporto di Roma – dove un laghetto appunto non si può fare. E che siano i romani, in piena consapevolezza, a deliberare se sì o no. Qual è il problema?

Giachetti vuole lanciare un messaggio positivo ai romani – e questo è bello. Vuol restituire Roma alla grandezza di Roma – e questo è ancora più bello. Ma i manifesti patinati e l’entusiasmo per le virtù sviluppiste della grande opera olimpionica non suonano affatto incoraggianti. Ed ancor meno incoraggiante suona la modalità con cui il messaggio positivo e la prospettiva di riscatto viene declinata nei piani del candidato Pd, cioè la sostanziale conservazione della dimensione pubblica e del malinteso rapporto tra pubblico e privato – che sono esattamente quelle cose che impediscono a Roma di essere Roma.
La rivoluzione vera si avrebbe con un Giachetti che torni a fare il Radicale. Punto. Che esca da questo ambiguo equilibrismo tra vecchi piddini di pessima fama e para-piddini privi di alcuna qualità, e prenda piuttosto il radicale Magi con sé e ne faccia – di lui e dei Radicali romani – l’acqua con cui spegnere la fiammella grillina che non si alimenta di altro se non del – sensato – indice puntato contro i soliti metodi, le solite facce, il solito habitat parassitario che promana dal circolino elettorale che da settimane si agita attorno alla bella faccia pulita del Radicale Roberto Giachetti.

Il link all’articolo completo degli StatiGenerali

http://www.glistatigenerali.com/partiti-politici_roma/giachetti-per-vincere-devi-essere-radicale/

Previous post

CIV Junior: annullato il 1° round del Campionato Italiano Minimoto a Jesolo

Next post

ValeRossi fa volare gli ascolti di Sky Sport MotoGP: più di 1 milione di telespettatori

Marcel Vulpis

Marcel Vulpis

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *