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Il futuro del calcio internazionale nelle parole di Dejan Savicevic (n.1 Federcalcio Montenegro)

Dejan Savicevic, ex giocatore del Milan e presidente della federazione calcistica del Montenegro, è intervenuto ai microfoni di TeleRadioStereo 92.7. Queste le sue parole:

Quanto è difficile passare dal campo alla panchina e poi alla poltrona?
Per me è più difficile è fare l’allenatore, il resto quando viene viene. E’ più difficile fare l’allenatore, perché devi lavorare con 25 persone ogni giorno, vedere come stanno, come si allenano, se ci sono problemi. Ci sono tante cose che decidono per un risultato e per un successo. La cosa più facile è fare il presidente e la più bella è fare il calciatore. Le responsabilità ci sono comunque ma la cosa più bella resta comunque giocare a calcio.
Da quando hai lasciato la Serie a il calcio è molto cambiato. Quali differenze noti?
Quando giocavo in Italia tutti i calciatori più forti giocavano in Serie A. Negli ultimi anni in molti se ne sono andati: Ibra, Lavezzi, Cavani, Verratti. Tanti hanno lasciato l’Italia e per questo il campionato italiano non è più ai livelli di quando giocavo io. Adesso la Premier è il campionato migliore. Ma penso che anche sia la Serie A che la Serie B le cose debbano cambiare. Dovrebbero diminuire le squadre e questo permetterebbe di alzare la qualità. E penso anche che dopo la mancata qualificazione ai Mondiali bisognerebbe cambiare qualcosa anche nella mentalità del calcio italiano, a partire dal settore giovanile. Totti è stato l’ultimo giocatore che aveva una grande qualità come Baggio, Mancini, Vialli, che erano grandissimi giocatori. Per me è strano che in Italia si comprano tanti portieri e tanti difensori, prima l’Italia era un Paese in cui nascevano grandi portieri e tanti difensori, ora sono tutti stranieri e credo si dovrebbe lavorare diversamente su questo aspetto.
Forse perché i prospetti di campioni ora costano 30 mln?
No, nei settori giovanili se vedi un giocatore che ha una certa qualità di saltare l’uomo non puoi mettere direttamente nella linea e farlo correre su e giù. Ogni squadra dovrebbe avere un giocatore con fantasia e un po’ di libertà, ora in Italia avete soltanto Insigne che potrebbe inventare qualcosa e risolvere la partita quando non si gioca bene. Non si può sempre vincere giocando bene o attraverso gli schemi. In Italia nei settori giovanili gli allenatori non danno abbastanza spazio a giocatori di questo tipo ed è un problema.
Che differenza c’è tra una grande squadra e una squadra vincente? Nel Milan avevano grandi giocatori Maldini, Tassotti, Costacurta, Albertini, come oggi ce l’ha adesso la Juventus con Chiellini, Buffon e Barzagli. Credo ci voglia gente non soltanto con grande qualità calcistica ma anche con grande professionalità per fare il salto di qualità.

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