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IL BASKET E LA CRISI: QUALE SCENARIO PER LA LBA?

(di Filippo Lauritano) – Giorni di polemiche e notizie forti per l’ecosistema sportivo del basket italiano. E’ di sabato scorso la notizia che la 18a squadra del prossimo campionato di “A” sarà Torino, con le conseguenti vivaci polemiche del presidente del Ravenna, a cui non sono andate giù le modalità di assegnazione del ripescaggio, e domenica il terremoto causato dalle dichiarazioni, per gli amanti di tutto il basket, di Claudio Toti, che lascia, a causa della crisi economica post Covid-19, la presidenza della Virtus Roma (dopo oltre 20 anni), lasciando con sé l’incognita su ciò che sarà del basket nella metropoli capitolina.

Sono passati poco più di due mesi dall’ultima partita giocata del campionato, proprio dalla Virtus Roma contro la Dinamo Sassari, e poco più di un mese (7 aprile, ndr) dall’ufficialità del termine di tutti i campionati cestistici tricolori, con il conseguente blocco delle retrocessioni, al netto di eventuali defezioni nei prossimi mesi (diverse sarebbero le società a farci più di un pensierino) e dall’ assegnazione del titolo, nell’anno in cui l’altra Virtus, quella di Bologna, stava cavalcando il campionato in attesa del tabellone play-off, con buona pace delle due società bolognesi che si erano espresse contro la fine anticipata del campionato.

Ma cosa comporta, nello specifico, questa decisione per le società di basket del massimo campionato italiano? Come ogni settore economico, anche quello sportivo, e nello specifico il mondo della palla a spicchi, risentirà di una forte crisi economica a seguito del forzato periodo di lockdown. La pallacanestro, in particolar modo, è uno sport in cui le società dipendono ancora tantissimo dalle risorse economiche dei presidenti, che, con la crisi generata dal virus avranno maggiori difficoltà a render sostenibili le società stesse, e in alcuni casi, e in tal senso un esempio è proprio quello di Toti con la Virtus Roma, penseranno che mollare sarà la soluzione inevitabile.

Per capire meglio il giro di affari della LBA, chiarificanti sono, in tal senso, le dichiarazioni di qualche settimana fa di Umberto Gandini, presidente della Lega Basket, al sito “SportBusiness”, in cui ha dichiarato che il giro di affari della prima divisione è di circa 110 milioni di euro, generato per la metà da 4 club.

La Lega Basket Serie A ha stimato a 40 milioni di euro, grazie a un report quantitativo di Deloitte, le perdite derivanti da Covid-19, destinate ad aumentare in caso di ripartenza a porte chiuse, motivo, quest’ultimo che ha portato alla deadline anticipata. All’aumento sostanziale dei costi, non sarebbero corrisposti, per le società, altrettanti ricavi.

Scendendo maggiormente nel dettaglio, i ricavi delle società di serie A sono ripartiti per una grande fetta, il 75% dalle sponsorizzazioni, mentre il restante 25% è suddiviso in 10% da ticketing, 10% da merchandising e attività correlate, e soltanto il 5% dai diritti televisivi.

SOCIETÀ E SPONSORIZZAZIONI. QUALE FUTURO?

Ciò che impatta maggiormente sulle società cestistiche, dunque, sono le sponsorizzazioni, per circa 374 del budget totale. A differenza della massima serie calcistica, che genera ben altre cifre, con una ripartizione nettamente differente dei ricavi, non essendo previsto l’istituto del “player trading”, le sponsorship la fanno da padrone. Con la crisi economica, è dunque scontato affermare che la situazione potrebbe, in qualche maniera, cambiare.

Moltissime aziende che si trovavano ad investire, prima della situazione generata dal Covid-19, potrebbero rivedere le proprie strategie, eventualmente decidendo di modificare o risolvere contratti di partnership in essere. In questo senso, il presidente Gandini sta facendo pressione nei confronti del Governo. Insieme a Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, Massimo Righi, neo-presidente della Lega Pallavolo Serie A Maschile e Mauro Fabris, Presidente della Lega Serie A Femminile è nato il “Comitato 4.0” per portare all’attenzione del Governo la misura del credito d’imposta sulle sponsorizzazioni sportive, affinchè venga inserita all’interno dei prossimi provvedimenti governativi. Tale misura andrebbe quindi ad invogliare le aziende a continuare ad investire ancora nello Sport, vista l’importanza che attualmente le sponsorship rivestono all’interno del settore sportivo.

TICKETING STRATEGIES

Per quanto riguarda il ticketing invece, sono sempre di più le società che suggeriscono l’attesa di una ripresa a porte aperte a ottobre o novembre, proprio per il motivo precedentemente anticipato, della criticità di iniziare la stagione senza i relativi ricavi, cosa che condannerebbe diverse società a sparire, con le gravi conseguenze economiche e sociali che ne deriverebbero.

A tutto questo vanno inoltre aggiunti i costi per le società derivanti dal rimborso agli abbonati della scorsa stagione che non hanno potuto assistere alla parte finale del campionato, ed in alcuni casi agli eventuali playoff inseriti nella tariffa (caso Umana Reyer Venezia). Situazione questa, che diverse società stanno cercando di ovviare tramite voucher validi per la conferma dell’abbonamento o per l’acquisto di titoli di accesso per il prossimo campionato sportivo, e che corrisponde a circa 5 milioni di euro totali ripartiti tra le 17 società di Serie A.

DIRITTI TV: UNO SCENARIO MIGLIORABILE?

Altro tema fondamentale, che lascia ampio margine di miglioramento e possibilità di ripartire, è quello dei diritti televisivi. Nella stagione conclusasi anzitempo, il basket di serie A era trasmesso grazie a Rai ed Eurosport (con il lancio, tra l’altro, della piattaforma OTT “Eurosport Player” che trasmetteva la totalità della competizione).

Con il termine della stagione sarebbe dovuto partire il nuovo bando per la gestione dei diritti tv del campionato italiano di basket, ma resta da capire ciò che riserverà il futuro, e se, eventualmente potranno essere prorogati i contratti in essere per poi ridiscuterne al termine della prossima stagione. ipotesi questa che limiterebbe le perdite per l’intero sistema.

Nel frattempo, la LBA ha comunicato le squadre che parteciperanno alle competizioni europee nella prossima stagione: A|X Armani Exchange Milano in Euroleague (licenza pluriennale), Segafredo Virtus Bologna e Germani Basket Brescia in Eurocup, Banco di Sardegna Sassari (licenza pluriennale), Pompea Fortitudo Bologna e Happy Casa Brindisi in Basketball Champions League.

Il tutto senza contare le posizioni di Venezia e Trento, che, restano in attesa di conquistarsi un posto da Wild Card in Eurocup, che significherebbe avere una squadra italiana in più a partecipare alle competizioni europee.

E chissà che proprio questo non possa essere il valore aggiunto da poter sfruttare nell’ottica di una contrattazione relativa ai diritti tv, in maniera tale da aumentare i relativi ricavi e rendere meno complessa la crisi economica in cui è sprofondato l’intero settore.

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