Editoriale – Ministro Zaia, siamo con Lei…anche perchè l’idea è nostra!

Adesso arrivano tutti gli altri, per ricevere la coccarda di tutto. Va bene lo stesso, però adesso facciamo i fatti e se tra sei mesi non è successo nulla, c’è solo una spiegazione: Sporteconomy ne capisce di marketing (da tempo), gli altri cercano solo pubblicità sui giornali, pur avendo la forza di realizzare determinati progetti.  

Pubblichiamo le Ansa relative alle dichiarazioni di Zaia (ministro politiche agricole) e dei deputati Maurizio Paniz e Maurizio Lupi.

"Paniz ha ragione a dire che la Juventus non ha un simbolo cittadino: essa stessa è simbolo di una città, Torino, di una famiglia che tanto ha pesato e pesa nella storia d’Italia e di un intero territorio, il Piemonte. A Lupi, poi, che mi ricorda di non mischiare il diavolo con l’acqua santa, dico che sono d’accordo con lui: business e storie gloriose sono ormai fin troppo impastati". Il Ministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia interviene così, rispondendo alle dichiarazioni dei presidenti della Juventus e del Milan Club di Montecitorio, rispettivamente Maurizio Paniz e Maurizio Lupi, nel dibattito sulla possibilità di appuntare sulle maglie delle squadre di calcio anche il simbolo della città o della regione di appartenenza. "E se – conclude il Ministro – ci divide l’idea che la maglia di una squadra si abbellisca anche del simbolo della città di riferimento, su una cosa, sono certo, siamo d’accordo: eliminare gli sponsor dalle divise dei giocatori aiuterebbe a tornare a quel calcio di passione, e non di televisione e affari, che tutti amiamo".

LOTITO, RADICATI SU TERRITORIO MA CON SPONSOR

"Sarebbe una scelta importante dal punto di vista dell’appartenenza e del radicamento sul territorio di una comunità e soprattutto per la storia di questa comunità ". Il presidente della Lazio Claudio Lotito accoglie con entusiasmo la proposta del ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia sui simboli cittadini sulle casacche delle squadre di calcio, proprio come fatto dalla squadra biancoceleste in occasione della finale di supercoppa a Pechino. Però – avverte Lotito – "ci deve essere anche una ricaduta di carattere economico, le squadre si reggono soprattutto sui proventi derivanti dai diritti televisivi ma anche dal merchandising e dagli sponsor". "Come finalità non solo la condivido – spiega Lotito, la cui squadra ha disputato la SuperCoppa a Pechino con il Colosseo e il logo della Provincia di Roma sulle maglie – ma dà anche un senso di appartennza forte, non a caso io l’ho già adottata in tempi non sospetti in una competizione internazionale vista da 500 milioni di persone. Condivido pienamente l’ipotesi di lavoro che potrebbe essere realizzata attraverso l’uso dei marchi di Roma e del Colosseo come nel caso della Lazio. La questione è importante perché l’uso dei simboli dà il senso di appartenenza e di radicamento ad una comunità e di orgoglio territoriale, ma è altrettanto vero che poi bisogna superare il problema di carattere economico". "Sicuramente – sottolinea il presidente della Lazio – ritengo che enti come regioni e comuni importanti e province nel momento in cui impiegano risorse per campagne pubblicitarie per evidenziare l’importanza del loro territorio il tutto viene amplificato attraverso questo tipo di scelta". In altre parole – fa notare Lotito – "la maglia ti rimane a vita perché il passaggio televisivo viene trasmesso sempre, poi c’é un coinvolgimento emotivo delle persone, non come con la pubblicità, c’é tanta gente che non la guarda la pubblicità. Quindi la ricaduta sarebbe maggiore e ci sarebbe anche un maggiore coinvolgimento emotivo".

fonte: Ansa

Noi di Sporteconomy.it l’abbiamo proposto di recente, ma lo sosteniamo almeno da tre anni. I club di calcio, a partire da quelli della Capitale, dovrebbero avere il simbolo della città appuntato sulle maglie. La regione Lazio ha ripreso questa idea con l’operazione SsLazio-SuperCoppa Tim (a Pechino lo scorso 8 agosto – nella foto allegata), adesso due parlamentari la propongono nelle sedi istituzionali. Il fatto in sè ci fa piacere anche perchè siamo stati i primi a sostenerlo e a proporlo (l’ultima volta due mesi fa a RaiNews24, quindi ancora una volta in tempi non sospetti).

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