Serie A - Serie B

Diritti – Lo scenario dei diritti audiovisivi puo’ migliorare i bilanci di Chievo e Hellas, a patto che restino in A

Nelle scorse settimane è stato concluso dalla Lega A l’accordo con Sky e Mediaset per il triennio 2015-2018. In totale, 943 milioni di euro (2/3 dal satellite, 1/3 dal digitale terrestre), dopo una trattativa che come picco al rialzo aveva avuto quota 1108 milioni. Il compromesso è arrivato ad una somma più bassa, ma che altera relativamente l’impatto sulle casse, soprattutto dell’Hellas, dell’intesa che scatterà tra dodici mesi: “Il Verona – commenta Vulpis – attualmente percepisce 25.3 milioni di euro. Con il nuovo contratto balzerà a 35.2, qualificandosi come decima società di Serie A per denaro introitato dai cosiddetti rights”. E il Chievo? Lo scatto sarà, secondo le prime stime, meno imponente, ma pur sempre considerevole: “Passerà da 26.9 a 28.3. 


L’ascesa dell’Hellas verrebbe data dall’entrata in gioco di risultati esponenzialmente migliorati nell’ultimo quinquennio e dall’effetto di un bacino di utenza radicato”. Tutti calcoli, questi, che non prescindono da una necessità primaria: la permanenza in Serie A. Altrimenti il quadro rischia di farsi fosco. Specifica Vulpis: “La retrocessione comporta un taglio netto del 70 percento delle entrate audiovisive. E nel contesto del calcio italiano, in cui il fatturato dei club è fortemente legato, per non dire dipendente, da questa voce, mi sembra chiaro che perdere la categoria rappresenti un esito disastroso che va al di là dell’aspetto sportivo”. 

A corredo di questi numeri, c’è anche da sottolineare che sono ancora da assegnare altri “pacchetti”: “Quelli per le trasmissioni in chiaro, per l’estero, per la Coppa Italia e la Supercoppa. E c’è una sfida inesplorata e tutta da giocare sui mobile devices e sulla possibilità di fruire della partita, quale essa sia, attraverso smartphone e tablet”, chiarisce ancora Vulpis. Che aggiunge: “Stante questa situazione, non è azzardato pensare che il Verona possa arrivare ad ottenere circa 40 milioni di euro e che il Chievo superi abbondatemente i 30”. 

Il direttore generale dell’Hellas, Giovanni Gardini, sull’argomento dice: “Il nostro fatturato è per il 60 percento dato dagli introiti prodotti dagli accordi sui diritti audiovisivi. Il nostro impegno è quello di sganciarci da questa logica e costruire un sistema per cui non si sia legati in misura prevalente a questa dimensione. Essere più solidi creando plusvalenze, lavorando sul trading, ossia la compravendita, dei giocatori. Il nostro core business è generato da quel che succede sul campo, ma ci sono altre attività che vanno valorizzate”. 

Continua Gardini: “E c’è da ricordare che è ancora in atto il confronto per la valutazione di un elemento chiave per la determinazione del bacino d’utenza: se debba essere reputato il concetto di tifoso o quello di semplice simpatizzante”. Col Verona che spinge perché sia il primo ad avere rilevanza: “Con l’alta percentuale di riempimento dello stadio che assicura la passione dei nostri sostenitori sarebbe possibile avere un riconoscimento in più”.


(dal “Corriere di Verona”- articolo a firma di Matteo Fontana) La grande partita dei diritti audiovisivi segna il futuro prossimo del Verona e del Chievo: “Restare in Serie A, ora, è ancora più fondamentale. Dal 2015-2016 ci sarà una nuova ripartizione. Chi retrocede perderà una fetta enorme della torta”, dice Marcel Vulpis, direttore responsabile di sporteconomy.it, portale di riferimento per le analisi finanziarie attorno al mondo del calcio.

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Marcel Vulpis

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