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BARBARO (ASI): “Sbagliata la stretta fiscale sul Terzo Settore”

 “Sono decisamente contrario sulla norma, prevista nella legge di bilancio approntata dal Governo per il 2021, che modifica il regime IVA da applicare ad alcune tipologie di operazioni, inserite tra le operazioni esenti (art. 10 del DPR 633/72) in luogo dell’attuale regime di esclusione dall’IVA (art. 4 del DPR n. 633/72)”,  lo dichiara Claudio Barbaro (nella foto in primo piano)  senatore del Gruppo Misto e Presidente nazionale di ASI, Ente di Promozione Sportiva che annovera oltre 15mila associazioni sportive e sociali, fra le più colpite dalla misura.

“La norma si riferisce alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi effettuate in favore dei soci e dei partecipanti dell’associazionismo privato, anche volontaristico e solidale, infatti riguarda espressamente le associazioni di interesse pubblico, quelle senza fini di lucro e quelle dello sport dilettantistico di periferia, includendo, per altro, finanche le manifestazioni per la raccolta di fondi e le somministrazioni di alimenti e bevande presso le sedi delle associazioni di promozione sociale”, continua il senatore Barbaro. “Siffatta previsione non tiene conto del valore mutualistico, sociale e pubblico di queste realtà, caricando le stesse di oneri burocratici e finanziari come se fossero attività private lucrative”.

“Il Governo ha dunque ceduto alle pressioni dell’Istituto Comunitario, che aveva avanzato una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese (2008/2010), scegliendo però il peggiore dei tempismi, assunto l’anno disastroso che volge al termine e caratterizzato dalla paralisi di ogni attività e le conseguenti enormi difficoltà per l’associazionismo -conclude il sen. Barbaro- che ancora attende una piena legittimazione dalla Politica. Ancora una volta, con rammarico, ci tocca verificare che l’UE e il Governo non tutelino la giustizia sostanziale e la floridità del tessuto civile della società, tenuto insieme anche dall’opera meritoria dell’associazionismo no-profit, ma al contrario preferiscano sempre la cieca burocrazia e il gravame oneroso.

Mi auguro che da destra a sinistra tutti coloro che hanno a cuore il Terzo Settore, firmino insieme un emendamento per cancellare questo articolo dalla finanziaria”.

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