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Gli stadi in Spagna potrebbero rimanere a porte chiuse fino al termine della stagione

(di Alessandro Presta) – Il campionato di calcio spagnolo (LaLiga Santander) potrebbe terminare la stagione a porte chiuse. Questo è quanto è stato annunciato da Javier Tebas (presidente de LaLiga – nella foto in primo piano a sinistra) al “WFS Live”. L’evento digitale, in programma dal 23 al 27 novembre (termina oggi), è stato organizzato dal World Football Summit (il principale organizzatore di eventi business legati al mondo del calcio).

Gli stadi di calcio sono ormai chiusi da metà marzo, quando la pandemia da Covid-19 ha iniziato a colpire duramente la Spagna. Nonostante la probabilità che si termini l’anno con gli impianti sportivi senza spettatori, Tebas ha lasciato aperto un piccolo spiraglio. Per il presidente de LaLiga alcuni stadi potrebbero riaprire i battenti con una capacità limitata a 3mila spettatori; ci sono infatti zone della Spagna come le Isole Canarie, le Isole Baleari o la Comunità di Madrid che stanno gestendo bene i contagi.

“Stiamo costantemente monitorando le nuove tipologie di test che stanno uscendo e attualmente facciamo una PCR (tecnica di biologia molecolare) e tre test antigene alla settimana su ogni giocatore” ha affermato Tebas durante il summit. La speranza della Lega è quella di sostituire gli antigeni del naso con quelli della saliva all’inizio di dicembre, negli ultimi 15 giorni sono stati effettuati infatti oltre 3mila test salivari su diversi giocatori.

Nel corso del WFS Live il presidente de LaLiga ha avuto modo di parlare anche della vicenda Leo Messi che ha monopolizzato l’attenzione mediatica quest’estate. Secondo quanto è stato riportato dal portale specializzato “Palco23”, Tebas ha lasciato intendere che gli accordi audiovisivi siglati per le prossime quattro stagioni non prevedono alcuna rescissione nel caso in cui il talento argentino cambi squadra (e dunque anche campionato).

Il presidente della Liga ha infine fatto riferimento al recente decreto-legge che ha eliminato le sponsorizzazioni da società di scommesse sulle maglie da gioco. A suo parere la decisione è stata presa nel momento sbagliato; la soluzione migliore sarebbe stata quella di regolamentare le partnership, date le molte incongruenze presenti nel decreto.

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