Federazioni Estere

Accordo trovato in Premier League sulle misure di controllo finanziario

Le nuove regole comprendono una clausola di sostenibilità che richiederà ai club di lavorare per il pareggio di bilancio, pur consentendo ad un certo grado al proprietario di intervenire con il suo patrimonio netto. A breve termine il protocollo di controllo dei costi, noto negli USA come “salary cap” che limiterebbe le spese che i club potranno spendere per i propri giocatori, dipenderà dalle entrate. I 20 club della Premier League è dal 20 maggio 2012 che discutono di queste norme, Giovedi il regolamento restrittivo ha ottenuto la maggioranza dei due terzi necessaria per essere approvato. Sei club, Manchester City, Fulham, West Bromwich Albion, Southampton, Swansea City e Aston Villa, hanno votato contro tutte le restrizioni astenendosi dal voto. I club hanno cercato di determinare il modo migliore per utilizzare l’enorme aumento dei ricavi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi e di garantire che i fondi non siano destinati solamente verso il mercato e ai salari dei giocatori. La Premier League prevede, per la prima volta da quando esiste la vendita dei diritti all’estero, che supererà la barriera dei 5 miliardi di sterline in diritti per il prossimo triennio, precisamente per le stagioni dal 2013-14 al 2015-16. Come già documentato qui su sporteconomy, la Lega ha già completato la vendita dei diritti TV per il mercato UK alla televisione a pagamento BSkyB broadcaster e alla società di telecomunicazioni BT con un guadagno oltre  3 miliardi sterline per le stagioni dal 2013-14 al 2015-16, segnando un aumento del 70% rispetto al triennio precedente.

I nuovi regolamenti ruotano intorno a due principi chiave della sostenibilità a lungo termine e del controllo dei costi nel breve termine. Dalla stagione 2013-14 i club della Premier League non potranno fare una perdita di oltre 105 milioni di sterline (123 milioni di euro) nelle tre stagioni della vendita dei nuovi diritti TV. Nessun club potrà fare un perdita fino a tale cifra, se accadrà saranno soggette a un regime normativo più rigoroso. Il denaro investito nello sviluppo dei giovani o delle infrastrutture possono essere scontate dai calcoli, in linea con il regolamento del fair play finanziario della UEFA. Nel breve termine, i club avranno dei limiti in termini di aumento dei costi salariali per i giocatori. E’ una norma che interessa maggiormente i club più ricchi che se per la stagione 2014-2015 avranno un monte ingaggi di 52 milioni di sterline potranno farlo crescere al massimo di 60 milioni di sterline nel 2015-16, comunque ulteriori aumenti di spesa saranno consentiti in linea con un incremento dei ricavi commerciali o ricavi dalle partite.

Parlando dopo l’annuncio dell’accordo trovato, il presidente della Premier League, Richard Scudamore ha dichiarato che le regole impediscono ai nuovi proprietari di fare un enorme investimento iniziale per trasformare le fortune del club, come fatto in questi anni da Roman Abramovich al Chelsea e dallo sceicco Mansour al Manchester City ad esempio. Il nuovo proprietario o anche un proprietario già presente può comunque investire, proporzionalmente, una discreta quantità di denaro per migliorare il proprio club”, ha detto al The Guardian, “ma quello che non si potrà fare è gettare centinaia di milioni di sterline per un periodo di tempo molto breve.”



Le nuove regole saranno attuate prima della nuova vendita del diritti TV, i club che non rispetteranno il nuovo accordo saranno sanzionati anche con la diminuzione di punti.

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Marcel Vulpis

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