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VK1 Global Sports Investment si impegna nella valorizzazione dei giovani talenti

Vitali Vladimirovich Kutuzov, vincitore nella massima serie calcistica bielorussa nel 1999, è un ex calciatore e hockeista su ghiaccio. Con una piccola parentesi nello Sporting Lisbona al fianco di un giovanissimo Cristiano Rolando, Vitali ha giocato nel campionato italiano in diverse squadre: dal Milan di Paolo Maldini e Andriy Shevchenko, al Bari di Antonio Conte, all’Avellino sotto la guida di Zeman. A 33 anni ha iniziato una nuova avventura sportiva diventando portiere di hockey sul ghiaccio per i “Diavoli Rossoneri”. Oggi gestisce la compagnia da lui stesso creata, VK1 Global Sports Investment, con la quale cura da vicino la crescita dei giovani talenti, nella speranza che raggiungano il professionismo. Una delle ultime sue creature è Sportex club, una piattaforma che oltre all’abbonamento, offre ai tifosi azioni virtuali dei club di calcio coinvolgendoli anche nelle attività decisionali.

Attualmente vista la sua esperienza nell’Hockey su ghiaccio, è uno degli esperti di discovery+ impegnato nei commenti delle gare delle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022.

La tua esperienza in Italia è costellata di grandi incontri: qual è il tuo ricordo più bello o l’aneddoto più curioso della tua carriera calcistica qui nel nostro Paese?

I ricordi sono migliaia e per questo motivo è difficile inquadrare il più bello. Io sono entrato in questo Paese come una persona che non conosceva nemmeno una parola di italiano e sono stato abbracciato e accolto da tutti, a cominciare dall’esperienza nel Milan per poi venir coinvolto nelle tradizioni di città e regioni diverse dove sono venuto a contatto con una cultura per me tutta nuova. Oggi posso dire che l’Italia la porto nel cuore e sono molto orgoglioso di sentirmi in parte un italiano.

Dal calcio all’hockey su ghiaccio: cosa hanno in comune queste discipline e cosa ti ha spinto a migrare verso uno sport invernale.

Sono cresciuto in un Paese dove l’inverno era duro e freddo. Ma, come tutti i bambini di tutto il mondo, io giocavo per strada anche con quelle temperature. L’estate giocavo con i miei amici a pallone e l’inverno prendevo un bastone e giocavo a Hockey. Allora, vi parlo degli anni ‘80, era raro vedere qualche partita di Hockey della NHL in TV, ma noi bambini aspettavamo con ansia quei momenti. Così come, allo stesso modo, ci appassionava il calcio. La cosa più normale per noi era poi scendere in strada e provare a imitare i grandi giocatori. Calcio e Hockey su ghiaccio sono due sport che si somigliano molto: la lettura del gioco, il linguaggio del corpo, l’agonismo di squadra. In realtà nella mia città non esistevano strutture per giocare a Hockey quindi ho ripiegato sul pallone. Poi le cose sono cambiate. Ho fatto la mia strada nel calcio professionistico e a 33 anni sono tornato al primo amore.

Si parla tanto di dual career. Tu hai fatto molto di più: hai deciso di trovare il modo di coinvolgere i fan nello sport. In che modo pensi che la tecnologia possa supportare il calcio e lo sport tutto in ottica di trasformazione digitale?

Quando si è giovani nascono cose pazzesche e questa idea è nata quando ero molto giovane. Io sono cresciuto sulle console, da Sega Mega Drive a tutte le Playstation a Sega Dreamcast al Nintendo. Ero un bambino digitale che si divertiva molto. Poi ho iniziato a fare brainstorming quando ero un professionista e ho messo insieme la visione tecnologica e la possibilità di far divertire le persone pensando a come questo potesse essere d’aiuto alle società: il potere di ogni squadra è nei fan, nei tifosi. Questi vanno coccolati, coinvolti, deve essere offerta loro la possibilità di divertirsi e interagire con la propria squadra del cuore perché loro sono il vero potere economico di un club. Sportex è uno strumento, una piattaforma che addirittura è in grado di venire in aiuto ai club in un momento così difficile come quello che sta attraversando lo sport in tempo di pandemia.

Il tuo impegno alle Olimpiadi Invernali appena iniziate ti vedono come commentatore per discovery+ proprio delle sessioni di Hockey su Ghiaccio, l’unica disciplina che l’Italia ha mancato come qualificazione. Hai già dei pronostici? Credi che vedremo un team azzurro a Milano Cortina 2026?

È stato facile decidere di accettare la proposta di discovery+ per le Olimpiadi invernali di Pechino 2022 e commentare le gare dello sport che ho nel cuore. Peccato per l’Italia che non si è qualificata ma ugualmente sto cercando di trasmettere la passione per questo sport. Anche il mio Paese, la Bielorussia, è la grande assente. Abbiamo avuto difficoltà nelle ultime qualificazioni e anche il Paese è in grande criticità basta guardare anche alla Russia che gareggia senza logo e con grandi problematiche legate al Covid. Io tiferò la scuola Russa, come quel bambino che giocava in strada e immagino che la Russia possa fare molto bene. Questo è uno sport che sta cambiando molto, anno dopo anno, sia negli strumenti sia nella velocità ed è interessante vedere le varie evoluzioni di tutti i paesi qualificati. L’Italia a Cortina ci sarà di diritto e sarà molto bello osservare come affronteranno le gare gli azzurri contro gli altri paesi.

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