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Under Armour in forte calo: si prendono le prime precauzioni

(di Andrea Peddis) – Il brand sportivo americano è stato colpito duramente dalla pandemia. Le cifre ufficiali delle perdite riguardanti il primo quarto 2020 vedono un calo del 23% nelle vendite, per un saldo netto che ammonta a 590 milioni di dollari. Il trend negativo, se non verrà fermato con la riapertura degli store, potrà raggiungere percentuali più alte nel 2° quarto, con cifre attorno al 60%. Un colpo forte all’economia del brand con sede a Baltimora (Maryland, USA), che si è mosso per rinegoziare i contratti con i suoi atleti-testimonial. Dave Bergman, il capo delle finanze di Under Armour, ha dichiarato che ci sono stati già degli accordi tra le parti per ridurre o posticipare i pagamenti: “Abbiamo ottime relazioni con i nostri clienti, quindi è stato facile lavorare con loro e ottenere un prolungamento dei termini per i pagamenti”.

Non è stato confermato nessun nome ufficiale, ma tra i numerosi atleti sponsorizzati da Under Armour spiccano i nomi del quaterback Tom Brady, del cestista Steph Curry e del pugile Anthony Joshua, che essendo i più pagati, potrebbero essere i diretti interessati per quanto attiene alle rinegoziazioni. La casa di Baltimora non è l’unico brand sportivo in crisi. Adidas e Puma sembrano aver subito perdite maggiori rispetto al brand a stelle e strisce: il calo nelle vendite è del 97% per il primo e del 61% per il secondo. Il brand di sportswear ha deciso inoltre, per contenere le spese, di rivedere la strategia di marketing, diminuendo gli sforzi in vari settore e concentrandosi maggiormente su quello digitale.

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Redazione

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