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Ultim’ora – Il Colonnello Gheddafi sbarca a Roma…e strizza l’occhio all’A.s. Roma

Gli investitori libici erano già presenti nell’azionariato di Unicredit post fusione con Capitalia. La presenza risale alla privatizzazione della Banca di Roma, quando acquisirono il 3%, salito poi negli anni fino al 5%, e diventato circa lo 0,5% con la fusione.
Gli investitori libici sono diventati così il secondo azionista di Unicredit, dietro la "Fondazione Cariverona". Nello statuto della banca vige un limite del 5% all’esercizio del diritto di voto.

Dietro questa operazione c’è la "longa mano" di Mediobanca, ovvero Cesare Geronzi (ex Capitalia), la stessa mano che vuole esplorare con gli "uomini del Colonnello" la possibilità di portarli all’interno dell’assetto societario del club capitolino, seguendo il modello dell’operazione del fondo governativo emiratino che ha acquisito il controllo, più di un anno fa, del Manchester city (dove oggi gioca la stella brasiliana Robinho).

Se Mediobanca riuscirà a convincere i libici troverà aperta anche la porta di Alessandro Profumo (a.d. di Unicredit Group), per una duplice ragione: i nuovi azionisti possono ridurre drasticamente il livello di esposizione debitoria di Italpetroli, la controllante dell’A.s. Roma, ma soprattutto sono gli stessi soggetti che hanno "aiutato" nel momento del bisogno (la bolla dei mutui subprime ha colpito in autunno Profumo e la sua banca) l’ex "figlioccio" di Cuccia a rimanere saldamente ancorato alla poltrona di comando. 

Una tesi che ridimensiona la leggenda metropolitana dei cattivi rapporti esistenti tra Geronzi e Profumo. Di fronte al problema dei debiti giallorossi tutti sono d’accordo a trovare una soluzione veloce, oltre che comune. Se così fosse c’è il "rischio" per i tifosi di vedere Rosella Sensi ancora in sella sotto il profilo dirigenziale almeno nella stagione 2009/2010. I libici vogliono nel breve periodo un "patto di continuità manageriale" per partire nel migliore dei modi. "Poi si vedrà"…così "sussurrano" nelle segrete stanze di Unicredit.

Adesso la Sensi dovrà avere l’accortezza di cogliere un’eventuale opportunità di questo livello (centrale sarà il ruolo di Mediobanca e del suo numero uno Geronzi). I "treni", quelli veri, non passano mai due volte. Non cogliere l’eventuale offerta libica significherebbe finire proprio nelle paludi infestate da "squali vestiti da sirene". 

Il leader libico Muhammar Gheddafi è da oggi a Roma per una serie di incontri politico-istituzionali. Una visita importante, oltre che storica per il nostro Paese. Per molti il "Colonnello" è nella Capitale per stabilire con il governo Berlusconi una serie di nuovi accordi, soprattutto sul fronte petrolifero, ma c’è anche l’ipotesi, tutta da percorrere e da capire, collegata al possibile ingresso nel capitale dell’A.s. Roma, asset della famigliaSensi così come la società Italpetroli. In questa partita vestirà un "ruolo" importante Mediobanca, che, da sempre ha "guidato" gli investimenti dei fondi libici governativi nella nostra penisola, a partire dalla partecipazione azionaria in Unicredit, avvenuto nel mese di ottobre 2008. (nell’immagine un "fotomontaggio" dove il Colonnello Gheddafi indossa una maglia dell’A.s. Roma).

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Marcel Vulpis

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