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Piazzoni (ArciGay): Dare del frocio è offesa grave

“E’ sicuramente un episodio grave, che non può essere derubricato a slang calcistico. I protagonisti dello sport devono ricordare che le loro parole possono essere pietre”. Il segretario nazionale dell’Arcigay Gabriele Piazzoni, ai microfoni di Rete Sport commenta così le offese del tecnico del Napoli Sarri a quello interista Mancini di ieri sera.

“Il fatto è stato estremamente increscioso, spero che il 23, quando saremo in piazza tante città italiane contro l’omofobia, ci sia anche Sarri. Potrebbe essere un gesto importante dopo l’utilizzo di quella terminologia impropria che ha offeso migliaia, milioni di persone”.

Mancini ha definito Sarri razzista, e il dibattito in rete è molto acceso; il segretario chiarisce la questione: “Sarri razzista? Fare la classifica delle offese è complicato, ma è necessario capire quando un’ingiuria va a ledere la sensibilità di migliaia di persone. Dare del “frocio” o “finocchio” è un’offesa spregevole ed è già condannata anche dalle regole sportive esistenti. Ma il problema fondamentale è che l’insulto va a colpire milioni di persone che già sono discriminate. Come non deve essere tollerato l’insulto ad una categoria (ad esempio per il colore della pelle), non deve essere tollerato questo”.

Secondo Piazzoni in altri paesi d’Europa la situazione è differente: “Per le federazioni calcistiche di altri paesi europei un’offesa del genere avrebbe provocato reazioni dure e provvedimenti disciplinari immediati, mentre qui in Italia non è scontato, vedremo che succederà”.

Alcuni pensano che gli insulti del tecnico toscani possano essere classificati come gesti di cafonaggine. Il segretario dell’Arcigay non è d’accordo: “L’utilizzo di termini omofobi è di fatto tollerato. E questo è il problema. Le offese sul colore della pelle o la religione sono meno tollerate. Anche da ragazzino il problema è simile, io stesso giocavo a pallanuoto e ho vissuto questa esperienza. Questa tolleranza deve finire, i dirigenti e allentori sportivi hanno una visibilità enorme ed il problema è ancora maggiore. Non è una cafonata ma un problema politico e sociale. Questo caso è balzato all’onore delle cronache perché Mancini l’ha reso pubblico, ma solo una persona su 20 in Italia denuncia un problema di omofobia. Non va sottovalutato, pensate ai ragazzini che commettono atti di autolesionismo o peggio perché non si è intervenuto quando questi comportamenti sono venuti dai loro compagni o amichetti”.

“Frocio”, “Finocchio”, sono solo parole da “campo”? Anche su questo Piazzoni non ha dubbi: “Le parole hanno un peso, come le offese razziste. Sarri non l’ha mandato a quel paese, ma ha offeso una categoria già discriminata. Perché per le offese a Balotelli vengono sospese partite e date squalifiche e per le espressioni omofobe no? E’ un cambiamento culturale che deve avvenire e il Coni e le federazioni sportive devono assolvere il loro compito per educare”.

Su un’eventuale squalifica a vita per l’allenatore del Napoli Sarri il segretario nazionale si affida alla giustizia sportiva: “Non voglio entrare nel merito della giustizia sportiva, ognuno ha i suoi ambiti di competenza. Una sanzione deve esserci e Sarri dovrebbe fare un gesto pubblico importante, sarebbe un bel segnale per cominciare ad invertire il trend. In altri paesi queste cose non passano inosservate. Sul tipo di squalifica, ripeto, mi rimetto alla maturità della giustizia sportiva”.

Un gesto dovuto sicuramente all’ignoranza, ma non per questo da sottovalutare. La conclusione dell’intervento di Piazzoni rivela la necessità di intervenire: “Alla base del razzismo, delle discriminazioni e dell’omofobia c’è l’ignoranza e bisogna fare un profondo lavoro educativo. Lo sport deve farlo anche con regolamenti e sanzioni. Il fatto che in serie A nessun calciatore faccia outing dimostra che siamo indietro, se i giocatori devono nascondere la propria sessualità e i propri affetti vuol dire che c’è molto lavoro da fare”.

ASCOLTA L’INTERVENTO

Piazzoni 20.01.2016

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Marcel Vulpis

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