Parlamento – CONI “sotto accusa” per la tre giorni di celebrazioni (2)

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, prendo la parola brevissimamente. Intendo sottolineare al signor sottosegretario una situazione che è veramente strana, e lo è in riferimento all’atteggiamento che il CONI ha relativamente alla propria conduzione economica.
Intanto, per far chiarezza, dobbiamo dire che ci sono due CONI: un CONI è quello che assiste le attività sportive vere e proprie, e l’altro è un CONI che si occupa del denaro. Non entro nel merito di quello che si occupa delle attività sportive vere e proprie, anche se, se uno volesse fare qualche battuta, potrebbe dire che il CONI potrebbe agevolmente essere sostituito, in riferimento ai risultati, dai carabinieri e dalla polizia e da ogni quant’altro, che fanno vanto delle medaglie che prendono nelle varie competizioni.
Non entriamo nel merito di questo argomento, ma veniamo ai costi. Cosa vuol dire? Vuol dire che il CONI Spa è una società interamente partecipata dallo Stato, quindi sono soldi che tutti quanti vanno a mettere; tanto per usare un’argomentazione che in questi giorni è tristemente di moda, sono soldi che togliamo all’Abruzzo per darli a questa gente, per gestire questo ente. Abbiamo notato che vi è una gestione – mi si passi il termine anacronistico, ma ho una certa età; oggi non sarebbe più così – «all’americana»: quando ero piccolo si diceva all’americana, cioè in una situazione di dispendio assoluto, perché gli americani sono notoriamente ricchi e noi eravamo notoriamente poveri. Questo è quanto è successo.
Ho citato nella mia interrogazione tutta una serie di atti (che do per letti, così risparmiamo tempo sia lei, onorevole sottosegretario, sia io) relativi a palesi sperperi: cose senza Pag. 111senso, soldi che sono stati presi e buttati al vento, quando di buttare soldi al vento credo che l’Italia in questo momento non abbia bisogno. Si è trattato di una gestione non solo criticabile, di più; è questo che vengo a chiedere a lei, signor sottosegretario: se ritiene che andare a chiamare tutti a Roma per distribuire il collare d’oro, e spendere in alberghi, eccetera, sia una cosa normale quando si poteva fare tutto nell’ambito di una giornata, e si potevano spendere delle cifre inferiori.
La seconda questione che è meno appariscente, ma certamente più grave, signor sottosegretario, è che si sono fatti i Giochi di Pechino. Sarebbe stato interessante per tutti, per il Parlamento, che tutto sommato ha il dovere di vigilare sul Governo, e per il Governo, cioè il Ministero dell’economia e delle finanze, che è quello che tira fuori i soldi, che vi fosse stata una riunione del CONI Spa, questa volta, con all’ordine del giorno un resoconto, in cui gli amministratori della Spa, e quindi il Parlamento, e quindi i cittadini tramite i parlamentari, perché siamo qui come rappresentanti della nazione, avessero contezza dei soldi che si sono spesi e come.
Non è pensabile cioè che oggi, a considerevole distanza di tempo dagli eventi, noi non si sappia e che non vi sia stato un Cda che ci abbia messo nella situazione di poter non dico verificare, ma quanto meno conoscere quanti soldi e come sono stati spesi per un evento tanto importante come la vicenda di Pechino. Le pongo dunque queste domande, ovviamente riservandomi di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, onorevole Rocco Crimi, ha facoltà di rispondere.

ROCCO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, con riferimento all’interpellanza in oggetto si è provveduto ad acquisire elementi informativi presso il CONI, ente vigilato del settore sportivo.
L’ente ha rappresentato che i «collari d’oro» ed «i diplomi d’onore» costituiscono la più alta onorificenza sportiva e sono attribuiti ai vincitori delle medaglie d’oro ai Giochi olimpici, a coloro che hanno conquistato il titolo di campione del mondo ed alle società sportive centenarie, nell’ambito di una Pag. 112cerimonia di consegna che ha cadenza annuale. Poiché nel 2007 tale cerimonia non si è tenuta, nella manifestazione del 17 dicembre 2008, cui l’interpellante si riferisce, sono state consegnate le onorificenze relative ad entrambi gli anni, con evidente riduzione dei costi relativi.
La manifestazione ha visto la partecipazione, com’è tradizione, di esponenti del Governo, dei membri della giunta e del consiglio nazionale del CONI, dei presidenti dei comitati regionali e provinciali. Nel giorno successivo alla manifestazione, al fine di realizzare un’economia della spesa di trasferimento e permanenza dei 79 membri del consiglio, già presenti a Roma, è stata convocata una riunione del consiglio nazionale per l’approvazione del bilancio preventivo e per altri adempimenti improrogabili, in conformità a quanto previsto dall’articolo 6, comma 6, dello statuto, che prevede almeno due convocazioni nell’anno di tale organo (riunitosi in precedenza il 25 giugno 2008). Come evidenziato dall’ente, nei giorni 17-18 dicembre 2008 si sono tenute anche riunioni di lavoro informali degli organi del CONI (consiglio nazionale, giunta nazionale, presidenti regionali e provinciali) per la presenza a Roma dei componenti degli organi stessi, che ha reso opportuno concentrare i diversi impegni, al fine precipuo di realizzare un contenimento dei costi.
In ordine ai costi sostenuti per la cerimonia di consegna delle onorificenze, questi sono stati dall’ente illustrati in apposito prospetto riepilogativo, allegato alla nota di comunicazione degli elementi richiesti. Con riguardo alla mancata presentazione alla riunione del consiglio nazionale del 18 dicembre 2008 del rendiconto finanziario relativo alla partecipazione dell’Italia ai Giochi olimpici di Pechino dell’agosto 2008, il CONI ha ricordato che, ai sensi del decreto-legge n. 138 del 2002, convertito nella legge n. 178 del 2002, per l’espletamento dei suoi compiti si avvale della CONI Servizi Spa, la quale – sulla base del contratto di servizio annuale che intercorre tra loro – si è assunta i costi della partecipazione italiana ai Giochi. Il rendiconto di tali costi sarà, pertanto, puntualmente rilevabile in sede di approvazione del bilancio consuntivo del CONI e della CONI Servizi Spa. Una descrizione di tali costi è stata peraltro data nel prospetto «stima Pag. 113preconsuntivo 2008» inviato, nel quale sono altresì indicate specifiche voci di entrata, a parziale compensazione dei costi medesimi.

PRESIDENTE. L’onorevole Brigandì ha facoltà di replicare.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, mi spiace per il collega, onorevole sottosegretario, ma mentre prima – voglio dire – la mia insoddisfazione era dettata dal ruolo del Ministro della giustizia, che certamente non ha alcun potere nei confronti dell’ordine giudiziario, questa volta siamo di fronte ad un sottosegretario che di questo potere dispone. Resto, allora, un po’ perplesso perché ho rivolto delle domande specifiche a cui non è stata data una risposta. Ho chiesto se il CONI ha pagato settanta o ottanta alberghi nella notte tra il 16 e il 17 dicembre 2008. Mi è stato risposto che vi è stata una manifestazione per la consegna dei «collari d’oro» il 17 e il 18 dicembre, ma la mia domanda era riferita al giorno 16; sarebbe stato simpatico conoscere come sono andate le cose. È proprio necessario invitare una pletora di gente così vasta in un momento come questo, in cui siamo davanti ad un baratro economico? Onorevole sottosegretario, lei è in grado di dirmi qui e adesso quanto ci è costata una medaglia d’oro? Qual è stato il suo costo economico? Forse no, anzi oserei dire che sono sicuro di no: se è in grado di dircelo ce lo dica ora.
È veramente pensabile che, se il CONI (che ricordo vuol dire Comitato olimpico nazionale) partecipa ad un evento ogni quattro anni, dobbiamo aspettare ancora un anno per leggerne il bilancio, rispetto al quale probabilmente, una volta venuti a conoscenza, avremo delle idee piuttosto vaghe dei singoli capitoli? Veramente oggi non siamo in grado di conoscere quanto ci è costato un’olimpiade perché solo l’anno prossimo redigeremo un bilancio? Onorevole sottosegretario, questo è il tipo di attività che facciamo. Se io vado da un medico specialista, so quanto ho pagato, tanto che la dichiarazione dei redditi e la deduzione la compilerò entro sei mesi. Avere adesso una risposta in termini economici reali sarebbe stato necessario. Per quale motivo, finita questa gestione, si indice una riunione sui preventivi senza spendere una parola sui soldi che sono stati impiegati? Io veramente ho un sospetto: credo che siano stati spesi dei soldi fuori misura, che ne siano stati spesi tanti e che forse rivelarli in pubblico oggi sarebbe stato disdicevole a causa di questioni elettive degli interna corporis del CONI; non leggo la situazione in altro modo.
Onorevole sottosegretario, nell’ambito sportivo, si è voluto separare la gestione economica da quella non economica, si partecipa alle manifestazioni con lo spirito olimpico, ma non si hanno dei risultati economici. Non stiamo parlando di alta alchimia politica, stiamo parlando di un ente composto da gente che volontariamente si occupa di sport, che è la cosa più Pag. 115sana che posso immaginare. Malgrado ciò, non conosciamo i bilanci economici. Lo sport deve essere come la moglie di Cesare: non è sufficiente che sia fedele a Cesare, ma deve apparire integerrima nei propri costumi a tutti i cittadini romani. Il CONI deve essere in questo modo: non è sufficiente che si comporti in maniera cristallina dal punto di vista economico, ma deve apparire a tutti gli italiani (in prima battuta al possessore del CONI, ovvero al Ministero dell’economia e delle finanze, poi al Parlamento da cui il Ministero dell’economie e delle finanze risponde, ed infine al popolo italiano che ciascun componente di questo Parlamento rappresenta) in maniera cristallina e rappresentare ciò che è successo. I Giochi olimpici sono terminati nell’agosto dello scorso anno, è passato quasi un anno e ancora non sappiamo – glielo chiedo adesso per sapere se è in grado di dircelo – quanto ci è costata una medaglia.

 

Riportiamo integralmente la discussione in aula dell’interpellanza tra uno dei firmatari Brigandì (LN) e il sottosegretario con delega allo sport Rocco Crimi.

Previous post

Equitazione - Roma nel "gotha" del salto a ostacoli

Next post

Calcio - Inter a +7 dai cugini

Marcel Vulpis

Marcel Vulpis