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Olimpiade: il valore dell “Transfer of Knowledge” al centro dei lavori dell’ANOC XXVI

(di Marco Mazzi)* – Come ogni anno si svolge, a rotazione in una sede internazionale, l’ANOC, ovvero l’Assemblea dei Comitati Olimpici Mondiali. La scorsa settimana, dal 19 al 21 ottobre, a Seoul (Corea del Sud), l’edizione n.26 dell’ANOC è stata l’occasione per trattare, a livello internazionale, una serie di interessanti contenuti, tra cui il “transfer of knowledge” dei Giochi olimpici invernali di Pechino 2022.
Di fatto, un passo eticamente obbligatorio da parte di tutti i Comitati organizzatori, che mettono, a disposizione dell’interesse pubblico e, soprattutto, delle future città olimpiche (host-cities), i risultati ottenuti durante l’evento a cinque cerchi. In passato “Beijing 2008” e “Sochi 2014” sono stati gli unici Comitati organizzatori a non condividerlo, mentre oggi “Beijing 2022” ha deciso prontamente di farlo. Un cambio di prospettiva, anche questo, non di poco valore simbolico, rispetto al precedente passato.
Nel caso specifico, Pechino 2022 ha ospitato 91 Comitati olimpici, 109 eventi sportivi e 2.876 atleti; forte di 2 record del mondo e di 17 a livello olimpico. Il tutto, soprattutto, a favore dell’Agenda 2020 e di un più equilibrato evento olimpico invernale (sotto il profilo economico), con l’obiettivo quasi raggiunto della “parità di genere” (l’evento asiatico ha visto infatti una partecipazione delle atlete, rispetto ai colleghi maschi, pari al 45%).
Il supporto e il sacrificio economico (in termini di investimenti) del governo cinese è stato strategico: 100mila membri del staff, 200mila addetti alle “cities“, 18mila volontari, 8mila driver e 4mila veicoli impegnati, tutti supportati dalla potenza tecnologica costante del 5G all’interno di tutte le strutture olimpiche. Uno sforzo economico ammortizzato soprattutto dalle “legacies” lasciate da Pechino sul territorio nel 2008. Infatti la stessa è l’unica città, nella storia dei cinque cerchi, ad aver ospitato sia Giochi Olimpici estivi che quelli invernali. Il successo è stato confermato anche dalla presenza di 200 Paesi (coperti dai diversi broadcaster interessati al “format tv” delle Olimpiadi), grazie anche ai 9mila media accreditati durante gli eventi.
* nella foto in primo piano durante i lavori dell’ultima assemblea ANOC – ricercatore in ambito universitario ed esperto internazionale di Sports-Marketing 
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