Serie A - Serie B

Media – Si parla di diritti tv & calcio su IL SOLE

Il mercato dei diritti tv del calcio italiano è sotto la lente di ingrandimento degli operatori di settore e della politica nel suo complesso.
Di seguito rportiamo un interessante articolo uscito di recente su IL SOLE24ORE su questo tema.

“…Un’ultima tappa alla Camera e la legge delega sui diritti audiovisivi dello sport finisce il suo percorso.
Entro la fine di giugno, probabilmente, l’approvazione definitiva. Una serie di nuove regole volte a
garantire l’equilibrio competitivo dei soggetti che partecipano alle competizioni sportive e la trasparenza
 ed efficienza del mercato dei diritti di trasmissione.

Ma quanto vale questo mercato e quali sono i principali attori che si contendono questi diritti?
Secondo le stime raccolte dal ministero per le Politiche giovanili e le Attività sportive il valore
dei diritti televisivi del calcio italiano è di circa 700 milioni di euro.

Ma le variabili che condizionano la cifra totale sono tante e difficilmente prevedibili. Per la
stagione 2005/2006 il valore totale del calcio in tv è stato quantificato in circa 470 milioni di euro.

Di questi 441,6 milioni sono arrivati dalla vendita dei diritti delle squadre di serie A,
28 milioni da quelli di serie B. Una cifra analoga, circa 500 milioni di euro, è stata stimata
per la stagione calcistica appena conclusa. Ma chi opera nel mercato dei diritti televisivi sportivi?

Gli attori principali sono tre: chi vende, chi compra e chi intermedia. La principale novità
che arriverà dalla legge delega riguarda la vendita.

Fino ad oggi – e per tutti i contratti già in essere, quindi fino al 2010 -a vendere i diritti
 erano i singoli club. Con le nuove norme, invece, la vendita sarà accentrata e spetterà alla Lega calcio.

Un unico soggetto, dunque, che tratterà con i diversi acquirenti. A comprare, invece, sono gli
 operatori del settore, cioè quei soggetti che distribuiscono le partite sulle varie piattaforme.
Ma non solo.

A comprare sono anche dei soggetti terzi, che non hanno piattaforme per la distribuzione dei diritti
 acquistati e che comprano per vendere. Si tratta di un’estrema semplificazione perché la realtà è
 ben più articolata: chi compra potrebbe produrre l’evento e distribuirlo attraverso un canale senza
vendere i diritti.

Un mercato dalle molteplici potenzialità in cui si può giocare in ruoli diversi a seconda della
convenienza del momento. Da qui al 2010 i giochi dei diritti del calcio sono già fatti.

Ad acquistare il pacchetto completo sono stati due attori: Mediaset e Media Partners
(oggi Infront Italia). Mediaset ha rivenduto i diritti satellitari a Sky, è in trattativa per vendere
 i diritti della tv via cavo e internet, ha tenuto per la propria piattaforma quelli del digitale
 terrestre, ha venduto i diritti dei videotelefonini (Dvb-h) alle compagnie telefoniche 3 e Tim,
 e quelli Umts a Media Partners che li ha rivenduti a Tim e Vodafone. Oltre ad aver venduto
 i diritti esteri di Milan, Inter, Juve e Roma a Riccardo Silva e partners.

Contratti già chiusi anche per Infront Italia -110 milioni di fatturato nel bilancio chiuso
ad agosto 2006 – che ha venduto a Sky i diritti sul satellite, a La 7 quelli sul digitale terrestre
e ad Alice di Telecom quelli internet.

«Per valutare le reali differenze tra il vecchio e il nuovo sistema – spiega Marco Bogarelli,
membro del consiglio di amministrazione di Infront Holding — bisognerà vedere come la lega
venderà i diversi pacchetti di diritti».

Contratto già chiuso anche per i diritti degli europei del 2008, venduti alla Rai da
Sportfive – gruppo Lagardere – per 100 milioni di euro.

«I diritti del calcio italiano stavano perdendo valore soprattutto all’estero
 – spiega Giovanni Lolli, sottosegretario allo Sport del ministero per le Politiche giovanili -,
e non certo per la qualità del calcio italiano. L’accentramento dei diritti del calcio garantirà
un sistema di vendita più strategico e strutturato».

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Marcel Vulpis

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