Nei giorni scorsi è stato presentato nella sede dell’Udinese il "Progetto Academy", del quale sarà responsabile Andrea Magro (ex tecnico delle Nazionali della Federscherma).

 Il progetto è partito già da dopo il match con il Cagliari come confermato dallo stesso direttore generale, iniziando con una gestione della giornata sia sotto il profilo alimentare che atletico.  

Il termine Udinese Academy come spiega lo stesso Dg “è un termine che può sembrare scolastico, giovanile, ma non lo è: vorremmo creare una accademia, uno stile di vita della società. La responsabilità sovrana è mia e ci sono due coordinatori che curerà tutti gli aspetti organizzativi che è Andrea Magro, e uno sanitario che è il dott. Petrucci. L’obiettivo è creare una struttura trasversale all’interno della nostra società che faccia ricerca e creare strutture che possano formare ancora meglio lo sviluppo dei calciatori e creare una mentalità sportiva anche dei tecnici del settore giovanile. L’entusiasmo della famiglia Pozzo ha offerto questa idea per migliorare l’attività sportiva andando a formare l’attività dei calciatori, al fine di costruire professionisti pronti a competere nelle manifestazioni prestigiose. Una idea nuova nel mondo del calcio, ma abbiamo l’obbligo di dare una mentalità uno stile di vita e uno studio di vita su ogni calciatore: per questo sono stati scelti come Magro, che deve trasferire la sua esperienza ai nostri ragazzi, più manageriale atta a ottimizzare anche le infrastrutture sul territorio che deve migliorare la figura del calciatore. L’appartenenza va costruita anche con questo progetto e siamo coscienti che nel momento in cui gli creiamo l’organizzazione della singola giornata il calciatore avrà ancora maggiori attenzioni su questo ambiente. Ho visitato nel mondo vari ambienti come l’Ajax che aveva l’idea di radunare i ragazzi insieme studiare assieme e fare gli allenamenti poi cercando strutture per fare stare assieme chi veniva da fuori. Questo crea amicizia, facendo condividere l’importanza storica dell’Udinese permette di avere riconoscenza che si è vista poco. La nostra è una ricerca dell’evoluzione”.