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Legge sugli stadi: le lobbies del mattone provano a forzare la mano. Reintrodotta la possibilita’ di costruire case. Insorge parte del PD

Fin qui la cronaca dell’attività governativa, perché c’è un “però” grosso come un macigno. Il testo iniziale del deputato PD Dario Nardella non prevedeva in alcun modo la cosiddetta “clausola residenziale”, anzi a scanso di equivoci la escludeva totalmente. Invece, nell’emendamento presentato si legge: all’articolo 9 sostituire il comma 21 con il seguente alla lettera A): “L’intervento può prevedere uno o più impianti sportivi, nonchè insediamenti edilizi o interventi urbanistici di qualunque ambito o destinazione, anche non contigui agli impianti sportivi, che risultano funzionali al raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario dell’intervento e concorrenti alla valorizzazione in termini sociali, occupazionali ed economici del territorio di riferimento”. Uscita dalla porta la clausola residenziale è rientrata, con un volo carpiato degno della tradizione italica, dalla “finestra”. Nel frattempo il deputato Roberto Morassut (PD) ha chiesto, ci permettiamo di dire giustamente, il ritiro proprio di questo emendamento, perché “genererà speculazione edilizia. La realizzazione dei nuovi impianti sarà di fatto sostenuta attraverso l’attribuzione di nuove previsioni edificatorie anche residenziali

 

e senza limiti di collocazione sul territorio, quindi non si tratterà solo di attività commerciali nei pressi degli impianti. Questa norma è una spinta al consumo di nuovo suolo senza nessuna visione organica di sviluppo equilibrato del territorio“. Senza considerare il caos e gli equivoci con gli enti locali e le sovrintendenze tricolori. Il solito “pasticciaccio” all’italiana. 



Insomma è chiaro che anche all’interno del PD, visto che Enrico Letta, proviene da questo partito e non da uno di opposizione (nonostante sia seduto al Governo con esponenti del PDL e di SC), c’è grande confusione, e in questa confusione le “lobbies del mattonestanno cercando di entrare a piedi uniti. Una cosa deve essere chiara: ormai di stadi con negozi, centri commerciali e/o alberghi per i tifosi-turisti provenienti da fuori (vedi il caso del Chelsea village) ce ne sono centinaia in giro per il mondo e le cubature previste per queste strutture polifunzianali possono essere previste al centimetro cubo, quale che sia la soluzione architettonica scelta. Tutto il resto, dal metro successivo, è meramente “speculazione”.
L’esecutivo, come promesso, si muove sul tema “caldo” dell’impiantistica sportiva (fermo da ben 7 anni). Uno dei principali emendamenti presentati dal governo Letta alla legge di Stabilità, al vaglio del Parlamento, è proprio sul terreno degli stadi. In particolare è previsto che siano dotati di strutture in grado di accogliere cinema, pizzerie e negozi. Per realizzare i nuovi impianti sportivi sarà necessario presentare al comune di competenza uno studio di fattibilità insieme a un piano economico-finanziario e all’accordo con le società sportive che utilizzeranno la struttura. La proposta di modifica prevede lo stanziamento di 45 milioni nel triennio 2014-2016 (10 mln il prossimo anno, 15 mln nel 2015 e 20 mln nel 2016).

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Marcel Vulpis

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