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L’avvocato Guido Valori pronto a sfidare Gianni Petrucci per il ruolo di n.1 della FIP

C’è una norma che molti presidenti federali del sistema Coni ancora non hanno ancora ben compreso, per non dire digerito. Per chi ha maturato tre mandati consecutivi scatta la regola della vittoria elettorale con largo consenso: ovvero almeno il 66,6% dei voti provenienti dall’urna.

Per molti presidenti di FSN sono percentuali ampiamente raggiungibili, soprattutto in seno a movimenti “stanchi” (e con dirigenti ancora più stanchi) come quelli della galassia sportiva tricolore. In molti casi, nel passato, si è assistito a tornate dallo spiccato profumo “bulgaro” e stava bene a tutti gli aventi diritto al voto. Nessuno si è mai lamentato, tranne qualche raro caso (poi rispedito mestamente al mittente). Questo il quadro generale, ma nella realtà qualcosa, anche nel lento mondo dello sport italiano, si sta iniziando a muovere.

Il portale “Storiesport” diretto da Michele Spiezia, giornalista campano molto attento alle politiche del palazzo, ha rotto il velo sulle elezioni della Federbasket. Lì governa da 12 anni Gianni Petrucci, già presidente del Coni (fino all’arrivo di Giovanni Malagò nel 2013) e dirigente sportivo di lunghissimo corso (nella foto in primo piano il logo della Federbasket). Ancora oggi sicuramente uno dei più bravi (oltre che tecnicamente preparati) del settore. Ma proprio Petrucci (78 anni) fa parte del gruppo dei presidenti obbligati a centrare almeno il 66,6% di consensi. In altri tempi nessuno si sarebbe presentato contro di lui arrivando a raccogliere non meno del 90% dei voti (in perfetto stile “Bulgaria”). Stavolta, però, gli sbarra il passo un personaggio temibile per nome, credibilità e autorevolezza. 

Il candidato in questione, ha anticipato StorieSport, si chiama Guido Valori e si candiderà sicuramente. È un 65enne avvocato romano, ex cestista, docente universitario in “Diritto dello Sport” e “Diritto del Lavoro”, capo della Procura Fip dal ’98 al 2005, fino al 2016 presidente della Commissione tesseramenti della Figc, già procuratore antidoping nonché membro del Tas di Losanna, ex consulente del Credito Sportivo, nel 2021 consigliere giuridico della Sottosegreteria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport (Valentina Vezzali) e tanti altri incarichi. Un profilo riconosciuto capace di attrarre il consenso, perché profondo conoscitore della materia sportiva e del movimento cestistico…

Un candidato, è bene ricordarlo, storicamente vicino a Petrucci, per il quale ha sempre lavorato negli anni passati, supportandolo anche a livello consulenziale (e non solo nel mondo dello sport). Talmente vicino da conoscerne pregi e difetti.

Come spesso ha sostenuto lo stesso Petrucci per vincere, in caso di elezioni, “servono solo i voti”. Il resto, appunto, sono chiacchiere. Ma l’appoggio che avrebbe raccolto Valori al nord (soprattutto in Lombardia e Veneto, dai rispettivi comitati regionali), in questi mesi, può essere un’ottima base di partenza, puntando a raccogliere consensi anche in Sicilia. La strada da percorrere è sicuramente lunga. Mentre però Valori dovrà lavorare per coagulare consensi e sostegno, sull’altro fronte la questione diventa più difficile: ovvero Petrucci proverà a tamponare e fermare, se possibile, questa inaspettata emorragia di voti.

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Marcel Vulpis

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