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La vera sconfitta di ieri sono i 1.400 tifosi feriti a Torino, di cui 8 gravi con un bambino in coma farmacologico
“Sembrava di stare all’Heysel”, racconta un anziano tifoso bianconero. Più di 1.400 persone sono rimaste ferite ieri sera in piazza San Carlo a Torino (dove si erano riuniti migliaia di tifosi bianconeri per assistere insieme al match finale di Champions tra Juventus e Real Madrid) nella calca seguita ad un falso allarme durante la finale di Champions trasmessa sui maxischermi: almeno otto in codice rosso.
I più gravi sono un bimbo ed una ragazza (entrambi in coma farmacologico dopo un forte trauma toracico e alla testa). Il panico potrebbe essere stato causato da un petardo (dalle parti di via Roma) e dall’urlo “C’è stata una bomba..C’è stata una bomba!“.
La riflessione di buon senso su questo nuovo disastro all’italiana è sul tema dell’organizzazione dell’evento. La piazza torinese poteva contenere questa enorme onda umana, o, forse, già da alcune ore nel tardo pomeriggio, si era superato il numero massimo di pubblico? C’erano le vie di fuga in caso di disordini o di eventi generati dal panico (come poi è successo)? C’è stato, nelle giornate precedenti, un coordinamento tra il comune di Torino (guidato dal sindaco M5S Chiara Appendino) e le forze dell’ordine? Ad analizzare questo disastro sembrerebbe proprio di no. I master in organizzazione e management di eventi dovrebbero essere imposti obbligatoriamente al personale della “macchina pubblica” in ogni comune tricolore. Siamo veramente sicuri che, dopo Torino, non potrebbe infatti verificarsi anche in altri comuni italiani?
Soltanto il pensiero di avere due persone in coma (di cui un bimbo) fa male al cuore, ma fa capire pure come questo Paese sia ad un livello molto basso di professionalità in tutti i settori. Inclusa quella della gestione di spazi aperti (come piazza San Carlo a Torino) in occasione di momenti di grande aggregazione di pubblico. Ma, soprattutto, vorremmo che qualcuno rispondesse ai nostri quesiti e che qualcuno ogni tanto si prendesse la responsabilità per errori di questa portata: non può finire con la banalità del “Eh ma di fronte al panico, cosa ci vuoi fare?“. La bravura di un organizzatore (pubblico o privato) è appunto prevedere ogni caso possibile, incluso quello generato dal panico, come è successo ieri (purtroppo) nel capoluogo piemontese. Nel frattempo SKYTG24 nella edizione delle 12 di oggi ha confermato del ridotto numero di vie di fuga, a fronte di un numero così vasto di persone, presenti ieri nella celebre piazza torinese, di solito meta di raduno dei tifosi bianconeri in caso di successi sportivi.
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