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La Pallamano va al voto “spaccata”, ma Purromuto si presenta come il dirigente top del movimento

(di Marcel Vulpis) – Ha fatto scalpore, in queste ultime ore, il “fondo” di Italo Cucci, già direttore del Corsport, del Guerin Sportivo e del Quotidiano Sportivo (QS), oltre che opinionista “storico” della Rai, sul presente-futuro della pallamano, alla luce della tornata elettorale del prossimo 12 marzo.

In gara, domenica pomeriggio, ben 4 candidati, che si presenteranno in assemblea elettiva (il presidente uscente Francesco Purromuto, il vice-presidente dell’ultimo quadriennio, il triestino Lo Duca, il giovane dirigente veneto Sonego e il direttore di un club di pallamano femminile, il salernitano Loria), ma solo uno uscirà vincitore dopo il responso dell’urna.

Il movimento, pertanto, si presenta molto “spaccato” ed è per questo che Cucci correttamente ha fatto notare come Purromuto sia, al netto degli ultimi mesi di tempesta elettorale (con ricorsi ancora “pending” in procura federale su uno degli avversari), il miglior dirigente di profilo internazionale. In diversi blog si parla di un suo possibile “disimpegno” elettorale, a poche ore dalla tornata. Ciò non solo non trova conferma, ma il tutto (al momento) è smentito dai tanti attestati di stima che arrivano al presidente uscente Purromuto, dal Nord come dal Sud Italia.

C’è da sottolineare come, a differenza degli altri candidati, il presidente di origini siciliane per vincere debba raggiungere una maggioranza qualificata (pari al 55% più uno), mentre per i restanti tre avversari è sufficiente il 50% più uno. Sono elezioni assolutamente democratiche, ma la legge Melandri non facilità la campagna elettorale di quei presidenti (come Purromuto), che, avendo superato i due mandati consecutivi, per essere riconfermati devono raggiungere un tetto “qualificante”.

E’ una corsa ad ostacoli, che i restanti tre candidati non devono superare e quindi questo inevitabilmente non rende “uguale” l’agone elettorale tra i 4 soggetti. Se, infatti, la competizione in esame fosse uguale per tutti e quattro, Purromuto sarebbe già presidente. Sono i numeri a dirlo e la matematica lo conferma.

Ma conoscendo il n.1 della Federpallamano non è la ricerca dello sterile 55% l’obiettivo primario di questa campagna elettorale. Dopo oltre 20 anni di presidenza la vera vittoria non è la riconferma, come dato statistico, ma l’unità di un movimento, che, per crescere e svilupparsi, ha bisogno di tutte le forze “sane” del settore.

La pallamano può rilanciarsi proprio grazie alle idee di tutti e 4 i candidati, non solo di uno (questo è il mio modesto pensiero), né l’ambizione individuale può essere messa davanti al bene comune dell’handball tricolore. Nelle ultime settimane per esempio la pallamano ha firmato un accordo “storico” per una federazione sportiva nazionale riconosciuta dal CONI. Da martedì 14 marzo, quale che sia il risultato di domenica, l’handball italiano entrerà (primo sport olimpico in assoluto) nella scuola della Comunità Ebraica Romana. Un accordo arrivato proprio a pochi giorni dalla tornata elettorale e anche questo conferma l’interesse del presidente uscente (Purromuto) per lo sviluppo del settore scuola e della pallamano nel suo complesso. 

Per assoluta trasparenza sottolineo come in questa tornata elettorale sarò candidato a consigliere federale della FIGH, e sosterrò (al netto del rispetto per tutti i restanti candidati) sia il presidente Purromuto, sia il triestino Lo Duca, che ha aderito, sin dall’inizio, al programma elettorale del presidente uscente.

Giovanni Malagò (a sinistra), presidente del CONI insieme all’avv. Francesco Purromuto (FIGH)

Di seguito l’editoriale di Cucci sul suo blog presente all’interno dell’agenzia stampa “ItalPress”. 

Tempo di Assemblee Elettive per il mondo dello Sport italiano. Il Consiglio Nazionale che eleggerà i vertici del CONI, fissato per l’11 maggio prossimo, è preceduto in questi mesi, infatti, dal rinnovo delle cariche di tutte le Federazioni Sportive Nazionali per il quadriennio olimpico 2016-2020. L’ultima in ordine temporale è stata la Federcalcio, dove si è registrata la conferma del presidente uscente, Carlo Tavecchio. Il prossimo fine settimana, per la precisione il 12 marzo, a Roma, toccherà invece alla pallamano italiana eleggere il governo dei prossimi quattro anni.
C’è attesa attorno al futuro di una disciplina tra le più seguite e spettacolari d’Europa che, in Italia, nel quadriennio appena concluso, ha dato segnali più che positivi con le sue Nazionali. E c’è attesa attorno all’Assemblea Elettiva. Sono 4 i nomi candidati alla presidenza della FIGH. Potrebbe bastare questo dato per descrivere il clima con cui questo movimento sportivo si avvicina all’appuntamento del 12 marzo.
Tra i nomi che concorrono alla carica più alta, c’è quello del presidente uscente Francesco Purromuto che ha espresso più volte e chiaramente le proprie idee: non è interessato a guidare la FIGH davanti a una mancanza d’unità di intenti e di obiettivi condivisi. Una unità di cui la pallamano italiana necessiterebbe ora più che mai, in una fase così importante della propria storia. Del resto, i risultati con cui Purromuto ha chiuso la gestione del quadriennio olimpico 2016-2020 lasciano un’eredità interessante: passaggi del turno nelle qualificazioni europee e mondiali delle Nazionali maschile e femminile, medaglie nel Beach Handball e una linea programmatica tracciata con chiarezza soprattutto per il futuro.
Il 12 marzo il movimento sceglierà da chi dovrà farsi guidare negli anni che portano a Tokyo 2020. E farà la sua scelta con la consapevolezza di rischiare – qualora Francesco Purromuto dovesse decidere di disimpegnarsi – di perdere un dirigente sportivo e federale di levatura internazionale, che da sempre ha indiscutibilmente operato per il bene comune, lontano da personali interessi, lavorando per dare al movimento italiano una dimensione adeguata alle proprie possibilità. I risultati colti negli ultimi quattro anni lo dicono chiaramente. (fonte: blog di Italo Cucci su Italpress). 

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Marcel Vulpis

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